«Si è chiarito che io e la cancelliera, che Germania e Ungheria vedono il mondo in un modo diverso. Ma aspiriamo a una stretta collaborazione». Lo ha detto...
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«L'Ungheria non è lo stato di primo ingresso per i migranti. Ma lo è la Grecia», ha continuato Orban. «Non è nostro compito registrare i migranti che arrivano dalla Grecia non registrati. Noi pensiamo che la Germania debba rimandare indietro i migrati in Grecia e non in Ungheria», ha aggiunto.
«L'anima dell'Europa è la sua umanità», ha replicato Angela Merkel a Victor Orban. La cancelliera ha sottolineato che è giusto proteggere i confini esterni dell'Ue, e contrastare i trafficanti di uomini, ma bisogna anche offrire vie legali per entrare in Europa. E su questo punto Merkel, che ha parlato di «contingenti legali» di migranti, ha indicato la «differenza» con Budapest.
«Come presidenza del Consiglio dell'Ue continueremo a lavorare sulla riforma di Dublino, anche se sarà un lavoro difficile, visto che negli ultimi anni non è stato possibile trovare un accordo. Non c'è ragione che ci lasci pensare che un accordo sarà trovato nei prossimi mesi», ha invece chiarito Sebastian Kurz, che ribadisce il suo personale «scetticismo» sul meccanismo dei ricollocamenti. L'Europarlamento riunito in Plenaria a Strasburgo ha votato a favore di una risoluzione non legislativa che chiede di non criminalizzare l'assistenza umanitaria. Nel testo approvato per alzata di mano i deputati hanno espresso preoccupazione per le «conseguenza indesiderate» della legislazione Ue sull'aiuto ai migranti irregolari per i cittadini che forniscono assistenza umanitaria ai migranti. Ai sensi della direttiva «Favoreggiamento» del 2002 infatti, gli Stati membri sono tenuti a introdurre sanzioni penali contro il «favoreggiamento» dell'ingresso, del transito e del soggiorno di irregolari. Inoltre nel testo gli eurodeputati chiedono che gli operatori e le ong coinvolti nell'assistenza umanitaria, per sostenere le azioni di salvataggio di vite umane effettuate dalle autorità competenti nazionali, «devono rimanere entro i limiti del mandato stabilito per l'assistenza umanitaria dalla direttiva sul favoreggiamento, e che le loro operazioni devono svolgersi sotto il controllo degli Stati membri».
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Il Gazzettino