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Il fronte si sposta sul Mar Rosso, ogni giorno di più sulle rotte marittime internazionali, dove transitano decine di navi mercantili. Martedì i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran hanno sferrato un nuovo grande attacco (il 26esimo dal 19 novembre) vicino allo stretto di Bab el-Mandeb contro una nave americana, rivendicato dallo stesso portavoce Yahya Sari sul suo profilo X.
Missili e droni in risposta all’attacco «a tradimento» condotto domenica scorsa contro le forze navali del gruppo che controlla alcune parti dello Yemen. «Le forze armate yemenite - ha aggiunto - continuano a impedire alle navi israeliane o a quelle dirette nei porti della Palestina occupata di navigare nel Mar Arabo e nel Mar Rosso fino a quando l’aggressione non cesserà e l’assedio sui nostri fratelli nella Striscia di Gaza non sarà revocato».
LE REAZIONI
Ci saranno «conseguenze» per i continui attacchi alle navi commerciali nel Mar Rosso da parte degli Houthi», ha sottolineato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, precisando che è stato chiarito all’Iran che deve cessare il sostegno fornito al gruppo che controlla alcune parti dello Yemen.«Il troppo è troppo» e gli Houthi andranno incontro a «conseguenze» da parte delle potenze occidentali se proseguiranno nei loro raid, ha detto il ministro della Difesa britannico, Grant Shapps, in Parlamento. Il rischio di ritorsioni americane nei confronti dello Yemen cresce. «Stiamo partecipando a una riflessione su come rafforzare la presenza dell’Ue nel Mar Rosso», ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo nell’Aula della Camera. Sulla linea dell’Italia, la Spagna mantiene la posizione di non intervento nella missione “Prosperity Guardian”, l’alleanza militare avviata dagli Stati Uniti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino