Kassig, i genitori dell'americano decapitato dall'Isis: «Il bene prevarrà»

Kassig, i genitori dell'americano decapitato dall'Isis: «Il bene prevarrà»
«I nostri cuori sono feriti, ma guariranno». Così i genitori di Peter Kassig, l'operatore umanitario americano decapitato dai jihadisti dello Stato islamico in Siria. In...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«I nostri cuori sono feriti, ma guariranno». Così i genitori di Peter Kassig, l'operatore umanitario americano decapitato dai jihadisti dello Stato islamico in Siria. In una conferenza stampa all'indomani dell'uccisione del figlio, Ed e Paula Kassig hanno voluto parlare con la stampa per ricordare il figlio.




«Il mondo è rotto, ma alla fine guarirà. E il bene prevarrà», ha detto la madre. Kassig aveva fatto il Ranger in Iraq e si era convertito all'Islam - cambiando il nome in Abdul-Rahman Kassig - durante la prigionia in mano all'Isis iniziata nel 2013.



Dopo aver intrapreso corsi per diventare assistente medico, si era trasferito in Libano, dove aveva fondato l'organizzazione no profit Sera (Special Emergency Response and Assistance) per aiutare i profughi siriani. La madre ha detto che Peter ha vissuto in prima persona la «dura realtà della vita più di quanto tutti noi possiamo immaginare». «Ma invece di lasciarsi sopraffare dal buio, ha scelto di credere nel bene che c'era in lui e negli altri. Una persona può fare la differenza».



Il padre di Peter ha chiesto che le persone preghino questa sera al tramonto per il figlio. «Pregate anche per tutte le persone in Siria, in Iraq e nel mondo trattenute contro la propria volontà. E in ultimo, lasciate tempo e privacy alla nostra famiglia per piangere e sì, per perdonare».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino