«I nostri cuori sono feriti, ma guariranno». Così i genitori di Peter Kassig, l'operatore umanitario americano decapitato dai jihadisti dello Stato islamico in Siria. In...
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«Il mondo è rotto, ma alla fine guarirà. E il bene prevarrà», ha detto la madre. Kassig aveva fatto il Ranger in Iraq e si era convertito all'Islam - cambiando il nome in Abdul-Rahman Kassig - durante la prigionia in mano all'Isis iniziata nel 2013.
Dopo aver intrapreso corsi per diventare assistente medico, si era trasferito in Libano, dove aveva fondato l'organizzazione no profit Sera (Special Emergency Response and Assistance) per aiutare i profughi siriani. La madre ha detto che Peter ha vissuto in prima persona la «dura realtà della vita più di quanto tutti noi possiamo immaginare». «Ma invece di lasciarsi sopraffare dal buio, ha scelto di credere nel bene che c'era in lui e negli altri. Una persona può fare la differenza».
Il padre di Peter ha chiesto che le persone preghino questa sera al tramonto per il figlio. «Pregate anche per tutte le persone in Siria, in Iraq e nel mondo trattenute contro la propria volontà.
Il Gazzettino