Usa choc, bimba di 3 anni giustiziata mentre gioca sul prato di casa

Kamya
NEW YORK – Fra una settimana avrebbe compiuto tre anni. La mamma le stava preparando una grande festa, con i parenti e i cuginetti. Ma la piccola Kamya è rimasta vittima di...

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NEW YORK – Fra una settimana avrebbe compiuto tre anni. La mamma le stava preparando una grande festa, con i parenti e i cuginetti. Ma la piccola Kamya è rimasta vittima di una “resa di conti” di una spietatezza che non ha precedenti neanche nelle strade più violente di certe città americane: un killer l’ha uccisa a sangue freddo la sera di martedì, mentre giocava con gli amici sul prato davanti alla sua casa di Detroit.




L'esecuzione L’uomo si è avvicinato a passi decisi verso il prato, ha alzato la pistola, l’ha puntata all’occhio destro della piccola e ha fatto fuoco. E poi si è girato e ha sparato contro il padre, puntando al suo ventre. Fuggendo, si è sparato dietro le spalle, e ha così ferito allo stomaco e alle gambe anche una bamhina di 12 anni.



Vendetta Un uomo è stato fermato nella notte di mercoledì, fortemente sospettato di essere il gelido killer che ha ucciso la bambina e ferito gravemente il padre: un gesto di disprezzo e di minaccia ideato per diffondere la paura nell’intero quartiere. Secondo il portavoce della polizia del Michigan, il tenente Mike Shaw, l’omicidio della piccola Kamya è stato un gesto di vendetta per una sparatoria avvenuta lo scorso aprile in un locale della città. Il padre della bambina, il 34enne Kenneth French era stato coinvolto in quella sparatoria. E la sua piccola ha pagato per lui.



La disperazione della madre La mamma della bambina, Erica Gross, aveva lasciato la piccola affidata al padre e alla nonna, mentre lei andava al lavoro. Cinque ore dopo averla lasciata sul prato di casa, ha ricevuto la telefonata che le ha cambiato per sempre la vita: «Il mio cuore è distrutto. Il mio cuore è morto. Sono una mamma giovane, ma i due anni con Kamya sono stati gli anni più belli della mia vita. E ora me l’hanno tolta!»



Il super-teste Un testimone ha descritto i fatti con grande chiarezza. Il 51enne Andy Anderson aveva appena parcheggiato la sua auto e ne era sceso: stava andando in visita da alcuni parenti in una casa di fronte a quella di Kenneth French. «Ho visto quest’uomo che scendeva da un furgone bianco. Ho visto che aveva una pistola in mano – racconta - Mi sono nascosto dietro la mia macchina». Incerto sul da farsi, Anderson è rimasto immobile: «Ho visto che ha puntato la pistola contro la bambina. Mi sono detto: no, non può essere, non può sparare a una bambina. E invece l‘ha fatto». A quel punto gli spari si sono succeduti veloci: «Mi sono nascosto sotto l’auto. Credevo che avrebbe sparato a tutti, che volesse fare un massacro. Invece è scappato verso il furgone ed è fuggito».



Famiglia distrutta Il padre della piccola Kamya è in ospedale, in condizioni gravi, ma si rimetterà. Anche la dodicenne ferita, Chelsea Lancaster, si rimetterà: «Ha aperto gli occhi, ha sorriso alla mamma e le ha stretto la mano», ha raccontato la nonna, Porcia Holt. I Lancaster sono vecchi amici della famiglia di Kenneth French. Anche loro dovevano partecipare alla grande festa per i tre anni di Kamya. «Era una bambina dolce e divertente. Le volevamo tutti bene - ha aggiunto la signora Holt -. Siamo tutti devastati da questo folle omicidio, e non sappiamo come la mamma potrà sopravvivere dopo questo dolore». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino