Un'accusa della vicepresidente argentina Cristina Fernández Kirchner sull'origine della «persecuzione» da lei subita durante il governo del presidente...
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In realtà, presentando giorni fa la sua autobiografia 'Sinceramentè nella Fiera del Libro di L'Avana, la vicepresidente argentina ha proposto la sua interpretazione della natura della «persecuzione» da lei denunciata durante gli anni di Macri alla Casa Rosada. In America latina, ha detto, «si è utilizzata una 'lawfarè, una persecuzione degli oppositori politici di un governo, a partire dall'apparato giudiziario». E, ha proseguito, «in Argentina si è manifestata con una caratteristica aggiuntiva: una componente mafiosa e mirata contro la mia famiglia ed i miei figli».
Poi l'allusione a Macri, senza mai nominarlo: «Deve essere questa componente mafiosa degli antenati di chi è stato... come ha scritto un noto giornalista (Horacio Verbitsky, ndr.) su 'Pagina 12', quando ha menzionato la 'ndrangheta italiana. Devono essere questi antenati...». Il riferimento all'origine della famiglia dell'ex presidente Macri (in realtà Macrì) e il fatto che suo nonno Giorgio Macri, nato a Polistena, in Calabria, era cugino di 'Zu 'Ntoni Macrì', leader storico della 'ndrangheta calabrese, sono spesso stati evocati in passato in Argentina. Oltre al saggio di Verbitsky, c'è stato anche il volume del giornalista Rocco Carbone 'Mafia Capital - Cambiemos: las logicas ocultas del poder'.
Quando si sono manifestate le prime reazioni della comunità italiana alle parole pronunciate dalla vicepresidente a Cuba, il presidente della Repubblica Alberto Fernández per fugare ogni dubbio ha voluto ricevere l'ambasciatore d'Italia, Giuseppe Manzo, a cui ha riferito i risultati dei suoi incontri con il presidente Sergio Mattarella e il premier Giuseppe Conte.
Il Gazzettino