Elezioni in Israele, Gantz avanti su Netanyahu: rebus maggioranza. Lieberman decisivo

Senza possibilità di formare una maggioranza e battuto, anche se per un solo seggio, da 'Blu Bianco' di Benny Gantz. Per il premier Benyamin Netanyahu e il suo...

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Senza possibilità di formare una maggioranza e battuto, anche se per un solo seggio, da 'Blu Bianco' di Benny Gantz. Per il premier Benyamin Netanyahu e il suo Likud il risultato delle urne sembra non lasciare scampo. Ma la formazione di un nuovo governo in Israele resta comunque un rebus. La cui soluzione ricade interamente sulle spalle del presidente Reuven Rivlin, cui spetterà affidare l'incarico a qualcuno dopo il classico giro di consultazioni previsto da mercoledì 25 settembre. Anche perché il premier uscente non ha alcuna intenzione di mollare la presa, nonostante le obiettive difficoltà che lo hanno portato oggi ad annunciare - cosa non da poco - che non andrà a New York per l'Assemblea generale dell'Onu.


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Saltando così l'incontro con l'amico Trump a causa, ha spiegato il suo ufficio, della delicata situazione politica. Stando agli ultimi dati non ancora definitivi della Commissione elettorale che si basano sul 91% dei voti, Blu-Bianco guida la classifica dei partiti con 32 seggi alla Knesset (35 ad aprile scorso), seguito dal Likud con 31 (ne aveva 35): il primo è stato votato dal 26.1%, il secondo dal 25.5%. Terzo partito, e questa è la sorpresa, è la Lista Araba Unita di Aymah Odeh con 13 seggi, seguita da 'Israel Beitenù di Avigdor Lieberman con 9. Proprio lui, il falco nazionalista laico, diventa così l'ago della bilancia e kingmaker di ogni maggioranza possibile. A livello di coalizione, il blocco delle destre di Netanyahu è fermo infatti a 56 seggi, ben lontano dalla soglia dei 61 necessari alla Knesset. Mentre quello di centrosinistra, al netto di una possibile alleanza con Lieberman, ne conta al momento 55. Il premier tuttavia è intenzionato a non uscire così facilmente di scena ed ha lanciato sul piatto un'ipoteca pesante. «Ci sono solo due possibilità: o un governo guidato da me, oppure un governo pericoloso per il Paese che si appoggi sui partiti arabi anti-sionisti. Faremo il possibile - ha ammonito - per impedire che sia varato un governo così pericoloso». Poi ha fatto sapere di aver raggiunto con i partiti alleati del Likud un accordo in base al quale andranno tutti assieme alle trattative per la composizione di un nuovo governo guidato da lui stesso. Voci non confermate riferiscono di un possibile adescamento dei laburisti di Peretz (6 seggi) nel tentativo di raggiungere la maggioranza, ma non c'è alcuna conferma. 
 

Le contromosse di Gantz, e soprattutto di Lieberman, non sono da poco e vanno verso un governo di unità nazionale che non escluda il Likud ma solo Netanyahu. «Nei prossimi giorni - ha annunciato Gantz - parlerò con Lieberman. Procederemo verso un governo allargato per riportare la società israeliana sulla retta via». «Siamo riusciti nel nostro intento: il nostro partito era ed è una forza centrale nella vita politica israeliana. Netanyahu invece - ha aggiunto - non è riuscito nel suo. Ora comincia il processo per riparare la società israeliana». Gli ha fatto eco Lieberman: «Noi faremo parte solo di un governo nazionale liberale ed allargato che sia composto da Israel Beitenu, Likud e il partito Blu-Bianco. Se Benny Gantz e Benyamin Netanyahu non si pronunceranno in tal senso, che non si sforzino nemmeno di telefonarmi». Odeh, della Lista Araba Unita, non ha escluso - ma dovrà vedersela all'interno della sua formazione - di dare indicazione per Gantz. Tuttavia, ha spiegato, «noi abbiamo condizioni chiare e su quelle decideremo. Quel che è certo è che vogliamo sostituire Netanyahu». Nel mirino c'è ovviamente la legge cara al premier - e non solo - su Israele come Stato nazione del popolo ebraico: e non è un ostacolo da poco. Ora tocca a Rivlin.​
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Il Gazzettino