Caccia al boia di Foley, forze inglesi in Iraq e Siria per individuare jihadisti britannici

UN commando britannico durante un controllo in Afghanistan
Dare la caccia all’assassino del giornalista americano James Foley e liberare, se possibile, alcuni degli ostaggi nelle mani di Isis. È questo l’obiettivo del...

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Dare la caccia all’assassino del giornalista americano James Foley e liberare, se possibile, alcuni degli ostaggi nelle mani di Isis. È questo l’obiettivo del commando delle forze speciali della Sas, le forze aeree speciali, e delle Srr, il reggimento di ricognizione, dispiegato dal governo britannico nel nord dell’Iraq nelle ultime 48 ore. L’invio di un gruppo consistente di militari dotati di droni e di strumentazione high tech, divisi in quattro diversi gruppi e assistiti da forze locali curde e irachene potrebbe portare alla cattura dei terroristi già nei prossimi giorni, ma, come spiegato dall’ambasciatore britannico a Washington, Peter Westmacott, l’operazione non significa che Londra «sta mettendo piede» in Iraq. Tutto, infatti, avverrà grazie alla tecnologia: secondo una fonte citata dal Mail on Sunday, Sas e Srr sono in grado di identificare «i jihadisti britannici sul campo di battaglia intercettando i loro messaggi radio», dopodiché, quando e se verranno catturati dai curdi o dagli iracheni, le loro voci verranno analizzate con attenzione durante gli interrogatori.




LE VENE DELLA MANO

Un altro sistema consiste nello studio del reticolo di vene sulla mano del terrorista che appare nel video. «La raccolta di informazioni come il gruppo sanguigno e il Dna, così come le registrazioni della voce ci aiutano a individuare “John il jihadista” perché possono essere confrontate con dati già esistenti», spiega la fonte del Mail, osservando che le informazioni verranno poi processate nel quartier generale del governo per le comunicazioni segrete a Cheltenham, che dispone di una banca dati. Il loro compito potrebbe essere reso più semplice dal fatto che un esperto di analisi dei video di Leicester, Eliot Higgins, dopo una minuziosa analisi del video della decapitazione di Foley avrebbe individuato il luogo esatto in cui è avvenuta. E soprattutto, il confronto dei dati appare agevolato dal fatto che di uno dei principali sospettati di essere l’uomo vestito di nero che lancia il messaggio di minaccia agli Stati Uniti con un forte accento londinese esistono già altre registrazioni. Si tratta infatti dell’ex rapper Abdel Majed Abdel Bary, la cui musica era stata trasmessa da Bbc Radio 1 prima che nel 2013 decidesse di partire per la Siria. Parlando alla Cnn, l’ambasciatore Westmacott ha confermato che «non siamo lontani» dall’identificazione dell’assassino di Foley, ma ha messo in evidenza come «il problema vada al di là di un terribile criminale», visto che «ci sono 500 britannici che si sono diretti in Siria o in Iraq per prendere parte alla jihad», oltre a quelli provenienti da altre capitali europee.



LIBERATI


Ieri però sono arrivate dalla Siria due buone notizie: due ostaggi sono stati liberati. Il primo è il giornalista statunitense Philip Curtis, che era scomparso nel 2012, ma che presumibilmente era stato rapito da qualche gruppo diverso dall’Isis. Il secondo è un ventisettenne tedesco, che - si è appreso ieri - è stato recuperato dall’unità di crisi di Berlino. Ufficialmente non sarebbe stato pagato alcun riscatto, ma secondo indiscrezioni della stampa tedesca la Germania avrebbe versato invece diversi milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino