Isis, il rapporto dagli Usa: già 5.600 foreign fighters sono rientrati in 33 Paesi d'origine

Isis, il rapporto dagli Usa: già 5.600 foreign fighters sono rientrati in 33 Paesi d'origine
L'allarme foreign fighters di ritorno ora è anche quantificato. Sono almeno 5.600 i miliziani del sedicente Stato Islamico che dalla Siria e dall'Iraq sono...

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L'allarme foreign fighters di ritorno ora è anche quantificato. Sono almeno 5.600 i miliziani del sedicente Stato Islamico che dalla Siria e dall'Iraq sono rientrati nei Paesi d'origine, dopo esserne usciti per andare a combattere in Medio Oriente, dove il gruppo jihadista ha perso terreno. I dati sono del Soufan Center, think tank che si trova negli Stati Uniti, secondo cui 33 Paesi hanno registrato il ritorno dei miliziani negli ultimi due anni. Il loro rientro, sottolinea il documento, rappresenta un grande pericolo per la sicurezza di questi Paesi. Nel rapporto si legge che il flusso di miliziani stranieri nelle terre dell'autoproclamato Califfato islamico si è arrestato virtualmente alla fine del 2015, quando Daesh ha iniziato a subire pesanti sconfitte e i Paesi hanno messo in atto misure più restrittive per evitare questi viaggi. 


I dati raccolti dopo la caduta di Raqqa hanno contribuito a confermare le identità di 19mila combattenti stranieri sugli oltre 40mila presenti nell'Isis, provenienti da 110 Paesi. Non si hanno però informazioni sul loro destino. Tra gli oltre 5.600 jihadisti che sarebbero rientrati in patria ci sono 400 dei 3.417 militanti arrivati dalla Russia, 760 dei 3.244 provenienti dall'Arabia Saudita, 800 dei 2.926 provenienti dalla Tunisia, circa la metà degli 850 britannici e 271 dei 1.910 arrivati dalla Francia. 
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Il Gazzettino