Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump considera anche l'ipotesi di armare gli insegnanti - appositamente formati - per evitare che si ripeta una strage come quella del...
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Tra lacrime, appelli, rabbia e dolore, le testimonianze si sono susseguite viaggiando lungo toni diversi: dalla disperazione inconsolabile di uno studente che nella sparatoria di Parkland ha perso il suo migliore amico. Alla frustrazione di un padre che, con riferimento al killer 19enne, al presidente ricorda: «Se non è grande abbastanza per per comprare una birra non dovrebbe essere in grado di comprare un'arma». E la rabbia incontenibile di un altro genitore che tuona: «Sono arrabbiato... perchè non vedrò più mia figlia. Quanti altri ragazzi ancora? Non chiuderò occhio fino a quando non si farà qualcosa!».
Un tono certo irrituale quest'ultimo per un intervento alla Casa Bianca, ma che va avanti per minuti e non si placa. Immagini - tra l'altro trasmesse in diretta da vari network Tv - che di certo faranno discutere, proprio nel giorno in cui migliaia di ragazzi in Florida e a Washington hanno lasciato le loro classi per scandire il loro appello ultimo: «Mai più!». Il presidente Trump da parte sua promette ascolto e azione. Sono qui «per ascoltare», ha sottolineato in apertura dell'evento alla Casa Bianca, tornando a garantire che si lavorerà sui controlli e le verifiche cosiddette di 'background' per i detentori di armi o potenziali tali, ha menzionato la possibillità di alzare i limiti di età per l'acquisto di armi, è tornato quindi a rimarcare anche la necessità di vigilare sulla salute mentale. «Ascoltiamo, poi ci mettiamo subito al lavoro. E non solo a parole come in passato. Lo risolveremo», ha affermato.
Lo sceriffo della contea della Florida teatro della sparatoria in una scuola in cui sono morte 17 persone ha ordinato che i responsabili autorizzati a farlo comincino a dotarsi di fucili sul territorio scolastico.
Il Gazzettino