Stato di minima coscienza. Questa è la condizione in cui si trovava Vincent Lambert. Non era un vegetale. «I pazienti che si trovano in stato di minima coscienza...
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Non sono corpi vuoti. Leonardi ne vede tanti ogni giorno. «Solo nell’area metropolitana di Milano ce ne sono circa 220 ricoverati in strutture di lungodegenza», racconta. «Pur essendo in condizioni molto gravi e disabilitanti, possono vivere molti anni», aggiunge. Provano dolore. «Ce ne possiamo accorgere anche solo guardandoli: possono essere agitati, rossi in viso, caldi o possono digrignare i denti», spiega Leonardi. Forse sognano. «Non ne abbiamo la certezza, ma sappiamo che proprio come quando dormiamo noi attraversano la fase Rem del sonno», spiega. Molto raramente c'è qualcuno che si «sveglia». Ci sono casi documentati di pazienti in stato di minima coscienza che riescono a riemergere dalla loro dimensione. «Ricordo un paziente che, dopo 4 anni trascorsi in stato di minima coscienza, ha improvvisamente risposto con una risata a una battuta fatta dalla moglie e poi ha iniziato a parlare con lei», racconta. Sullo stato di minima coscienza ci sono poche certezze. Ma per Lambert questo non ha più importanza.
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Il Gazzettino