Vaccini a New York, cameriera incinta rifiuta la dose e il datore di lavoro la licenzia: «È stato uno choc»

Si rifiuta di vaccinarsi perché incinta e perde il lavoro. È successo a una cameriera di un ristorante popolare di Brooklyn, a New York. E ne stanno parlando tutti i...

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Si rifiuta di vaccinarsi perché incinta e perde il lavoro. È successo a una cameriera di un ristorante popolare di Brooklyn, a New York. E ne stanno parlando tutti i giornali e televisioni americane: dal New York Times all'Nbc News. La 34enne, di nome Bonnie Jacobson, non ha voluto iniettarsi la dose di vaccino perché crede che gli effetti non siano stati ancora sperimentati sulle donne incinte. Il proprietario del locale, però, non ne ha voluto sapere: e l’ha licenziata. «È stato scioccante per me», ha detto la giovane cameriera. Che poi ha tenuto a precisare di non essere contro i vaccini e di supportare tutte quelle persone che si stanno vaccinando, ma che vuole aspettare più studi sugli effetti del vaccino sulla fertilità.

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Negli Stati Uniti nessun obbligo di vaccinarsi per le donne incinte

Aspetto chiave nella vicenda è che non c’è un obbligo di vaccino negli Stati Uniti per le donne incinte. E questo è il nodo della polemica con il ristorante. Il Centro statunitense per la prevenzione e il controllo delle malattie ha infatti specificato che vaccinarsi è «una scelta personale per tutte quelle persone che sono incinte». Ma la direzione del ristorante dove lavorava la Jacobson, il Red Hook Tavern, non è stata dello stesso avviso quando ha licenziato la dipendente.

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Il proprietario ha preteso che la dipendente si vaccinasse

Tutto è iniziato i primi di febbario, quando lo staff dei ristoranti in New York ha la possibilità di prenotare il vaccino. Così, il proprietario del locale dove lavorava Bonnie ha mandato una mail a tutti i suoi dipendenti e ha reso «obbligatorio» per tutti gli impiegati il vaccino. La sola eccezione per chi «ha problemi di salute o disabilità». Non rientrava in queste categorie la cameriera, che così si è trovata senza occupazione il giorno dopo San Valentino, quando aveva lavorato 13 ore.

La risposta del ristoratore: «Volevamo garantire la sicurezza dei locali»

“Quando abbiamo saputo che potevamo rendere il nostro ristorante sicuro, non abbiamo esitato”, la mail ufficiale inviata dal ristorante per rispondere alle accuse. Però, poi, nello stesso testo aggiungono che sanno di dover aggiornare la “policy” (il riferimento è all'aver preteso l'obbligatorietà del vaccino) e che quindi faranno i dovuti cambiamenti subito.

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Da parte sua, la cameriera accusa il ristorante di dover “considerare meglio il sentimento dei propri dipendenti”. Si è detta anche disposta a riconsiderare la sua posizione verso i vaccini quando ci saranno più evidenze scientifiche. E che ora, anche se il ristorante le dovesse offirere un nuovo lavoro, non lo accetterebbe.

 

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Il Gazzettino