Terrore in Egitto: una bomba esplosa al passaggio di un pullman turistico alle Piramidi di Giza ha provocato la morte di almeno quattro persone e numerosi feriti. Tre vittime sono...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE La rete del terrore egiziano diversa e più forte del killer di Strasburgo
Secondo quanto ha reso noto il ministero dell'Interno egiziano, il bus passava lungo la via Marioutiyah nel quartiere di Haram a Giza quando la bomba - un ordigno artigianale nascosto dietro un muretto - è esplosa poco dopo le ore 18 locali. Dei 14 turisti vietnamiti che viaggiavano sul bus solo due sono rimasti illesi. Nessuno dei feriti è in pericolo di vita, secondo fonti mediche citate da Al Arabiya.
Il premier Mostafa Madbouly si è immediatamente recato presso l'ospedale El-Haram di Giza, dove si trovano i feriti, per verificarne le condizioni, riferiscono media locali.
L'attacco odierno è probabilmente destinato a provocare un inasprimento delle misure di sicurezza, in particolare attorno ai luoghi-simbolo del Paese - come le Piramidi, il museo egizio del Cairo o i resort turistici sul Mar Rosso - e presso le chiese cristiane e gli altri siti dove è presente la comunità copta (circa 10 milioni di persone), nell'approssimarsi delle celebrazioni di Capodanno.
Tra gli attentati più sanguinosi contro i cristiani, si ricorda il doppio attacco alle chiese copte di Tanta e Alessandria d' Egitto nella domenica delle palme dello scorso anno, 9 aprile 2017. I terroristi - gli attacchi furono rivendicati dall'Isis - colpirono la chiesa di San Giorgio a Tanta sulla foce del Nilo, nella quale un kamikaze si fece saltare in aria, e la cattedrale di San Marco ad Alessandria, davanti alla quale l'attentatore si fece esplodere poco dopo la fine della messa officiata dal papa copto Tawadros II.
I morti furono complessivamente 44, i feriti oltre cento. Il bilancio avrebbe potuto essere peggiore, se due ordigni nella chiesa di Tanta non fossero stati trovati e disinnescati in tempo. In seguito a quegli attentati, il presidente Abdel Fatteh Al Sisi dichiarò lo stato d'emergenza, che durò tre mesi. Oltre al governo e alle altre autorità politiche, anche il Gran Muftì Shawki Allam ha deplorato l'attacco di oggi, condannando come «traditori» gli autori dell'attentato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino