Bimba uccisa dallo scuolabus davanti al fratellino. «L'autista andava di fretta»

Il suo urlo lacerante rimbomba ancora nelle orecchie dei suoi compagni di scuola e del fratellino. Malika è morta a tre anni, schiacciata sul selciato del quartiere "6...

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Il suo urlo lacerante rimbomba ancora nelle orecchie dei suoi compagni di scuola e del fratellino. Malika è morta a tre anni, schiacciata sul selciato del quartiere "6 Ottobre",  popolosa zona alla periferia del Cairo, in Egitto.  Ad ucciderla lo scuolabus che avrebbe dovuto riportarla a casa, dopo una lunga giornata trascorsa tra i banchi e a giocare con gli altri bambini. L'assurda tragedia si è consumata pochi giorni fa, a una decina di metri dalla sua abitazione. Prima di lei dallo scuolabus era sceso il fratellino poco più grande, poi subito dietro Malika.

 
Un video che sta facendo il giro del web, ha ripreso tutta la scena. Si vede il bambino scendere dalla scaletta del pulmino e passare davanti al mezzo, poi la piccolina percorrere lo stesso tragitto. In questo caso però l'autista non l'ha vista. Ha ingranato la marcia ed è partito, centrandola in pieno. Si è sentito solo un grido straziante. Poi non si muoveva più. E' rimasta immobile in una pozza di sangue. Il suo urlo ha rotto la confusione e le chiacchiere degli altri compagni rimasti a bordo completamente sotto choc. L'autista è stato arrestato e oggi condannato a 5 anni di carcere. "Troppo pochi" per i familiari e i genitori degli altri bambini. Fortemente provato l'uomo avrebbe detto di aver acceso il motore ed essere ripartito convinto che entrambi i bambini avevano già attraversato la strada. Ma purtroppo così non è stato. "Ora mia figlia è sotto la sabbia, nessuno me la può più ridare. Ci vuole una condanna più dura, altrimenti ci saranno altre Malika. E questo non si può accettare", dice la mamma piangendo con un filo di voce. "Noi mettiamo i nostri figli in mano alla scuola e a chi li porta. Bisognava solo aspettare e controllare che i bambini erano sotto il portone. Sono piccoli e la fretta non porta da nessuna parte", dice il padre che ha lanciato una petizione su internet: "Malika deve avere i suoi diritti". Migliaia e migliaia di persone hanno seguito il caso.
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Il Gazzettino