Che cosa è la Via della Seta? Tanto, tantissimo se ne parla; non molto se ne sa. La nuova Via della Seta, detta anche Belt and Road Initiative (BRI), è una strategia...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È insomma è un progetto grazie al quale Pechino vuole garantirsi rotte commerciali privilegiate soprattutto verso l'Asia, l'Europa e l'Africa. L'iniziativa è stata annunciata dal presidente cinese Xi Jinping nel settembre del 2013. Nella sostanza il piano prevede l'apertura di sei rotte – quattro terrestri e due marittime – che si snoderanno lungo una serie di basi – ovvero porti, ferrovie e strade – dalle quali far transitare i prodotti cinesi. Va detto che le rotte hanno come terminali l'Italia (i porti di Triste e Genova), la Germania, la Russia, il Medio Oriente e l'Africa. A fianziare la Via è la Banca Asiatica d'Investimento per le Infrastrutture, cui hanno aderito 57 paesi. Lo stanziamento totale supera i 100 miliardi.
L'Italia si appresta a firmare un memorandum di intesa con la Cina. E sono già 13 i Paesi dell'Ue che hanno siglato un memorandum di intesa con la Cina. I Paesi che hanno già sottoscritto un memorandum sono Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia. Lussemburgo è invece in trattativa. In principio, viene spiegato, non ci sono controindicazioni alla firma di tali documenti, dipende tutto dalla loro sostanza.
L'Ue è diffidente: teme che la Cina possa intessere rapporti con i singoli Paesi che vadano a ledere l'integrità commerciale dell'Unione.
Il Gazzettino