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I finanziamenti europei per il rilancio dell'Italia vengano indirizzati di più alle piccole imprese, spina dorsale dell'economia del Nordest. Due i filoni che potrebbero coinvolgerle con oltre 56 miliardi: digitale e riconversione green. Questa la richiesta della Cna del Veneto che segnala un crollo del Pil regionale peggiore delle previsioni (- 9,4%) e una ripresa più lenta quest'anno (+ 4,3%) ma è ottimista sugli investimenti: + 10% contro il - 9% dell'anno scorso (mmeno dlele previsioni). Insomma, le imprese hanno voglia di reagire, devono però essere supportate adeguatamente.
Oggi il premier incaricato Mario Draghi incontrerà le parti sociali e nello specifico le organizzazioni degli artigiani. Un'occasione d'oro per far sentire la voce di chi è stato in prima linea in quest'anno segnato dalla pandemia. «Le Pmi del Nord Italia rappresentano circa il 50% del panorama economico nazionale, quelle venete il 60% dell'economia regionale - avverte Alessandro Conte, presidente Cna Veneto e coordinatore dell'organizzazione nel Nordest -. Dalla nostra analisi abbiamo ben chiari i settori nei quali concentrare le risorse che potrebbero arrivare da Next Generation EU: green e digitale. Da giocare, entrambi a misura d'uomo, declinabili nella piccola e media dimensione, il nostro modello imprenditoriale. È necessario che il Recovery Plan sia impostato su queste imprese valorizzando le filiere strategiche per trainare subito la ripresa».
SECONDA ONDATA
Secondo lo studio, la seconda ondata del virus ha portato a un crollo più consistente dell'economia regionale (- 9,4%) e a una ripresa più lenta quest'anno. «Secondo le nostre previsioni, nel 2021 non riusciremo a riassorbire il calo del Pil 2020 - rivela Alberto Cestari, ricercatore dello Studio Sintesi -. Per effetto della pandemia i consumi delle famiglie l'anno scorso hanno subito una contrazione del -10,5% contro le stime precedenti che prevedevano un -9%. La previsione di crescita nel 2021 è del + 3,6%». Anche gli investimenti hanno risentito del deterioramento dello scenario economico. «Ma le ultime proiezioni indicano per il 2020 un contenimento della flessione prevista per il Veneto del -9% rispetto alle stime precedenti (- 13,1%). E nel 2021 è prevista una robusta ripresa pari al + 10,9% - avverte Cestari - che permetterà di riguadagnare il terreno perduto». Rispetto al 2019 il numero di imprese venete attive si è ridotto dello 0,6% a fronte di una crescita a livello nazionale dello 0,2%. Ma vi sono però dei settori in controtendenza: servizi e utilities. Pesante soprattutto il calo delle imprese artigiane venete: - 1.622 rispetto al 2019 (- 1,3%), peggio della media nazionale (- 0,3%). Nei primi 9 mesi del 2020 le esportazioni del Veneto si sono ridotte dell'11% (- 5,3 miliardi). «Per il 2021 si prevede una ripresa del + 7,2%», dice il ricercatore del Centro Studi Sintesi.
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