Sconti fiscali, salgono le detrazioni: si studia il calo dell’aliquota del 38%

Sconti fiscali, salgono le detrazioni: si studia il calo dell’aliquota del 38%
Un intervento concentrato sulle detrazioni per lavoro dipendente ed eventualmente su quelle sui carichi familiari (che dunque riguarderebbero anche le altre categorie di...

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Un intervento concentrato sulle detrazioni per lavoro dipendente ed eventualmente su quelle sui carichi familiari (che dunque riguarderebbero anche le altre categorie di contribuenti) che guardi ai redditi più bassi. È questo lo schema al quale sta lavorando il governo sul capitolo fiscale; il consiglio dei ministri di oggi dovrebbe iniziare l’esame ma l’approvazione del provvedimento arriverebbe solo in una successiva riunione, qualche giorno dopo.



Confermata la scelta di concentrare le risorse disponibili sull’Irpef, lo schema prevede di applicare una detrazione fissa, al posto di quella attuale decrescente, tra gli 8 mila e i 15 mila euro. In questo modo si ottiene l’effetto di limitare al 23 per cento l’aliquota marginale effettiva, alleggerendo il peso fiscale su eventuali aumenti di retribuzione o straordinari. Tra i 15 mila e i 55 mila euro la detrazione sarebbe decrescente, ma potenziata rispetto alla curva attuale: il beneficio per i redditi medio-bassi arriverebbe a 80-100 euro al mese.


LE ALTRE IPOTESI
Questa è l’ipotesi base, ma fino all’ultimo vengono valutate anche altre possibilità. Ad esempio l’intervento potrebbe riguardare non solo le detrazioni per lavoro dipendente ma anche quelle per carichi familiari, percepite anche da lavoratori autonomi e pensionati. È c’è un’altra idea che viene presa seriamente in considerazione: un abbassamento di 3 punti dell’attuale aliquota del 38 per cento, applicata sulla quota di reddito tra i 28 mila e i 55 mila euro, che dunque scenderebbe al 35 per cento. Il significato politico è chiaro: un gesto di forte attenzione verso il ceto medio. Ci sono però alcune controindicazioni tecniche: la curva delle aliquote verrebbe in qualche modo sbilanciata ed inoltre per la copertura del mancato gettito si potrebbe rendere necessaria una stretta sui redditi al di sopra dei 120 mila euro, che di fatto sarebbero soggetti ad una nuova aliquota del 46 per cento al posto dell’attuale 43. Naturalmente anche una scelta del genere avrebbe un chiaro significato politico, quello di inasprire il prelievo sui redditi più alti. Dunque la decisione finale sarà probabilmente presa questa mattina.


I TEMPI DEL PROVVEDIMENTO

In ogni caso è improbabile che il provvedimento sul cuneo sia già approvato oggi. Più verosimilmente dopo il primo giro di tavolo in Consiglio dei ministri, e un chiaro annuncio della direzione da prendere, gli aspetti tecnici saranno definiti nei giorni successivi. Per quel che riguarda l’entrata in vigore degli sgravi, l’esecutivo è orientato a farli partire da luglio, con l’evidente vantaggio di dimezzare la copertura finanziaria necessaria, oltre che di rendere possibili i relativi adempimenti tecnici. In ogni caso le novità sarebbero rese note in anticipo, prima della scadenza per le elezioni europee fissate al 25 maggio. Resta confermata la scelta di destinare alle imprese, almeno in questa prima fase, semplificazioni normative e fiscali ma non un intervento di riduzione del prelievo.
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Il Gazzettino