Salvini attacca la Bce su Carige e Montepaschi

Matteo Salvini
Matteo Salvini torna all'attacco della Banca centrale europea: la Vigilanza bancaria «si attacca» se chiede alle banche interventi sui crediti andati a male. Un...

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Matteo Salvini torna all'attacco della Banca centrale europea: la Vigilanza bancaria «si attacca» se chiede alle banche interventi sui crediti andati a male. Un affondo che arriva nel giorno in cui Carige, come dal piano di messa in sicurezza delineato dal Governo per fronteggiare «gravi crisi di liquidità», ha chiesto la garanzia dello Stato su bond che potrà emettere per finanziarsi, cercando di guadagnare tempo per risanare il proprio patrimonio e gestire i suoi Npl.


«S'attacca, come si dice a Oxford...», è la risposta di Salvini dopo che sono trapelate le prime lettere con cui la Bce fissa un termine entro cui le banche dovranno coprire al 100% i propri crediti in default. Attacco a Francoforte a tutto tondo, dunque, che tocca non solo la banca genovese, ma anche il Montepaschi su cui il ministro dell'Interno e vicepremier ostenta compattezza con i 5 Stelle («sono sicuro che tutti sono a favore alla tutela dei risparmiatori»): «l'obiettivo è tutelare i risparmiatori, cosa che non ha fatto il governo passato, con la certezza che le istituzioni Ue e la Bce ci permettano di farlo senza dettare legge in casa nostra».

Parole - pronunciate a quattro mesi dalle elezioni europee - che dopo quelle di due giorni fa sull'«atteggiamento
prevaricatore» della Bce, alzano a livelli di guardia la tensione sia con la Vigilanza ora guidata dall'italiano Andrea
Enria, sia la Bce cui la Vigilanza fa capo, presieduta da Mario Draghi. E che piombano nel mezzo del difficoltoso salvataggio di Carige.

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria spiega che «il governo auspica una soluzione privata della crisi», cioè di un partner che possa rafforzare l'istituto genovese. E che una ricapitalizzazione precauzionale sarebbe «temporanea, e l'accostamento alla nazionalizzazione appare improprio». Il governo attende anche una valutazione della Bce sulla solvibilità dell'istituto, indispensabile per procedere. Serve anche il sì di Bruxelles.

A Genova, intanto, i commissari nominati dalla Bce lavorano al piano industriale e alla vendita dei crediti deteriorati (Npl), anch'esso elemento fondamentale sul quale un eventuale partner potrà farsi avanti. Ma un intoppo, potenzialmente in grado di ritardare di mesi il salvataggio, arriva dall'azionista di maggioranza, la Malacalza Investimenti che con oltre il 27% delle quote, astenendosi all'assemblea di dicembre, aveva fato precipitare la situazione bloccando l'aumento di capitale, innescando il dominio delle dimissioni dei consiglieri e il successivo commissariamento da parte della Bce. Malacalza vuole chiarimenti dalla Bce sul commissariamento Carige, chiedendo alla vigilanza tutta la documentazione relativa all'operazione, anche per tenere aperta la possibilità di un eventuale ricorso alla Corte di giustizia europea. Prima, secondo quanto trapela da Francoforte, andrebbe comunque fatto un procedimento presso i Tribunali nazionali, che successivamente potrebbero coinvolgere la Corte europea.


Ulteriore tegola arriva dall'agenzia di rating Fitch, che ha abbassato il rating long term issuer default di Carige a 'CCC', portando quello sul debito senior non garantito a 'CC': livelli altamente speculativi, ormai nella zona bassa della zona 'junk', spazzatura. Dura la risposta della banca che minaccia azioni legali, spiegando che l'agenzia non ha compreso i «recenti avvenimenti» anche in «evidente incoerenza» con quanto da essa stessa rappresentato a novembre e dicembre.

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Il Gazzettino