Faccia a faccia, ieri mattina, tra il premier Matteo Renzi e il presidente della Bce Mario Draghi nella casa di campagna di quest'ultimo a Città della Pieve. A riferirlo è...
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Secondo il Corriere dell'Umbria un elicottero della presidenza del Consiglio è atterrato nel campo sportivo di Pò Bandino, a Città della Pieve, ieri alle 9 per ripartire alla volta di Roma due ore e mezza dopo. A bordo Renzi. Il velivolo è poi ripartito alle 11.30 quando - secondo il quotidiano - è stato nuovamente visto il premier.
A Città della Pieve Draghi ha una tenuta di campagna alle porte del centro umbro.
La situazione è «drammatica», aveva detto ieri il premier, ma è «insopportabile», aggiunge, «l'idea che l'Italia sia una macchina sgangherata che non funziona». Le riforme, ha aggiunto, vanno avanti e il Paese può «ritrovare slancio» a dispetto di tutti i «profeti del pessimismo». È per questo che lui, alla guida di un governo di «ragazzacci», è al lavoro anche a ferragosto per far «partire i cantieri». Senza mandarle a dire o fare «sconti» a «burocrati, dirigenti, imprenditori, sindacalisti», ai giudici e anche alle banche.
Oggi Renzi sarà al cantiere dell'Expo, giovedì a Napoli, Reggio Calabria e Termini Imerese, in visita a quelli che definisce senza mezzi termini i «luoghi del dolore», dove più si sentono gli effetti della crisi e della mancanza di lavoro. E da quei luoghi lancerà il messaggio che l'Italia può ripartire, anche grazie agli investitori stranieri che, assicura, mostrano segnali di rinnovato interesse per il nostro Paese.
Per capitalizzare quell'interesse e per andare in Europa a indicare e non più subire l'agenda, ha ribadito Renzi, occorrono le riforme. Interventi concreti, non dispute su «totem ideologici» come quella in cui vorrebbe trascinarlo Angelino Alfano. Perché il punto non è se cambiare o meno l'articolo 18, ma come riformare più in generale lo statuto dei lavoratori per tutelare i più giovani e chi è senza occupazione.
La tabella di marcia, assicura il premier, va avanti spedita. Tanto da aver già «ingolfato» il Parlamento di provvedimenti. Ma il punto non è tanto «andare dritto sull'accelerazione» bensì saper «frenare in curva». Fare le cose che servono, mettendo soldi su capitoli come la scuola e indirizzando bene il 2% di tagli alla spesa (in tutto 16 miliardi) che dovranno essere fatti con la manovra per il 2015. Con Cottarelli, assicura, «è tutto rientrato». Ora il punto è tagliare il cuneo fiscale ma non «per tutti», bensì per chi ne ha più bisogno, come si è già iniziato a fare con gli 80 euro, che Renzi proverà ad assicurare l'anno prossimo a una più ampia platea. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino