Pensioni, l’uscita dieci anni prima: ecco le categorie

Pensioni, l’uscita dieci anni prima: ecco le categorie
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ROMA Nei programmi dei partiti che hanno vinto le elezioni è stato inserito il superamento della legge Fornero. Ma intanto che si formi un governo, e che si verifichi l'effettiva realizzabilità delle promesse elettorali, tutti gli strumenti di flessibilità introdotti negli ultimi anni sono praticamente entrati in vigore.


L'ultimo, in ordine di tempo, è l'Ape volontaria, il sistema che permette di lasciare il lavoro con tre anni e 7 mesi di anticipo, dunque a 63 anni invece dei canonici 66 anni e 7 mesi, grazie ad un prestito del sistema bancario da restituire poi a rate in venti anni sulla futura pensione. Entro il 18 aprile scadrà la prima chiamata dell'Ape volontaria, riservata a coloro che hanno maturato i requisiti per chiedere il prestito a partire da maggio dello scorso anno e che, dunque, devono ricevere gli arretrati dalle banche. Ma quello che pochi probabilmente sanno, è che con gli strumenti già oggi disponibili in alcuni casi è possibile anticipare la pensione anche di 10 anni, a 56 anni e 7 mesi.
 
Lo strumento è quello ribattezzato «Rita», che permette di usare come scivolo la previdenza complementare (per chi ce l'ha), usando l'assegno integrativo come reddito ponte fino al raggiungimento dell'età di pensionamento. Questa regola vale soltanto per chi si trova in estrema difficoltà, come i disoccupati che hanno finito gli ammortizzatori, che arrivati a 63 anni possono agganciare anche il terzo e ultimo strumento di anticipo previsto dal governo, ossia l'Ape sociale, l'indennità a carico dello Stato per chi è senza lavoro o ha svolto per 6 anni negli ultimi 7 un lavoro gravoso.
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Il Gazzettino