La Turchia di Erdogan affonda e trascina giù i mercati. Nel giorno più nero per la lira turca, che arriva a perdere oltre il 15% contro dollaro ed euro e scatena il...
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Una mossa che Ankara rinvia subito al mittente: «Non è da Stato serio, risponderemo» al raddoppio delle tariffe e «ci difenderemo». Sorvegliata speciale da mesi, la Turchia ha visto precipitare la situazione con l'aggravarsi dello scontro con gli Usa. Dieci giorni fa, le clamorose sanzioni contro i ministri degli Interni e della Giustizia dell'alleato Nato per il «ruolo giocato» nella detenzione del pastore evangelico americano Andrew Brunson avevano fatto suonare un pericoloso campanello d'allarme. La missione riparatrice inviata in fretta e furia da Erdogan a Washington non ha sortito gli effetti sperati. Così in serata il Sultano ha sentito Vladimir Putin, cercando una sponda e suggerendo nuove oscillazioni sull'asse Nato. Ma il braccio di ferro rischia di essergli fatale. Oggi la lira ha abbattuto record negativi a ripetizione, fino a toccare quota 6,5 sul dollaro. Per molti analisti, il punto di non ritorno è ormai vicino, intorno a 7.
Da lì, potrebbero essere inevitabili ricette estreme, da un intervento del Fondo monetario internazionale al controllo dei capitali. Anche i bond sovrani di Ankara hanno segnato nuovi massimi di rendimento. È il rovescio della medaglia di un'economia che ancora nel primo trimestre di quest'anno ha fatto segnare una crescita di oltre il 7%, ma resta fortemente dipendente dall'afflusso di capitali stranieri. A pesare sono anche il deficit delle partite correnti e un'inflazione che galoppa ormai al 16%. La crisi rischia di far vacillare anche lo strapotere di Erdogan nella Turchia che oggi trattiene 3,5 milioni di rifugiati siriani in accordo con l'Europa. Ma il Sultano non arretra e si dice convinto che nonostante gli «attacchi» la crescita continuerà. «Non dimenticate questo: se loro hanno i dollari, noi abbiamo la nostra gente, il nostro Allah», ha detto visitando la sua regione di origine sul mar Nero. «Cambiate gli euro, i dollari e l'oro che avete sotto il cuscino in lire turche nelle nostre banche. Questa sarà la risposta del mio popolo contro chi si è lanciato in una guerra economica contro di noi». Intanto, a calmare i mercati ci prova il super-ministro del Tesoro e genero di Erdogan, Berat Albayrak, che torna a promettere «piena indipendenza» della Banca centrale e «forte lotta» all'inflazione. Una guerra che per ora penalizza pure il Vecchio Continente, che di Ankara resta il partner commerciale privilegiato.
L'euro è sceso ai minimi contro il dollaro da oltre un anno.
Il Gazzettino