Nuovo incontro al Mise sulla vertenza ex Ilva, tra ministro sindacati e presidente di Invitalia.«Le trattative con ArcelorMittal sono in corso. Non hanno bisogno di un tempo...
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«Noi lavoriamo intorno a due indiscutibili presupposti: il primo è che il più grande stabilimento siderurgico d'Europa deve operare a regime produttivo con le migliori e più innovative tecnologie produttive; il secondo è il raggiungimento degli obiettivi, a partire dalla piena occupazione, stabiliti nell'accordo di marzo. In questo senso l'ingresso dello Stato non può essere considerato un'elemosina o il tentativo di mettere una pezza a un vestito già troppo sfilacciato, ma la garanzia per il raggiungimento di questi obiettivi» ha aggiunto Arcuri, facendo capire quindi che lo Stato vorrà avere una parte attiva nella governance e nelle decisioni.
Anche il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, ha coonfernato che «il governo investirà nel percorso tutte le risorse necessarie laddove si andrà nella direzione da noi auspicata».
Nel frattempo, secondo quanto stimato dall'Ufficio Studi Siderweb e illustrato durante un webinar sul settore, l'ex Ilva dovrebbe chiudere in perdita nel 2019 a causa degli effetti della pandemia. E questo - ha dichiarato Gianfranco Tosini dell'ufficio studi - dopo gli 866 milioni di euro persi nel 2019, «potrebbe far sorgere la necessità di ricapitalizzazione della società, di almeno 1,5 miliardi di euro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino