Fatturazione elettronica, obbligatoria dall'1 luglio per i titolari di partita Iva col regime forfettario

Fatturazione elettronica, obbligatoria dall'1 luglio per i titolari di partita Iva col regime forfettario
Il 1° luglio 2022, per tutti i titolari di partita IVA in regime forfettario scatterà l'obbligo di emettere le fatture in formato...

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Il 1° luglio 2022, per tutti i titolari di partita IVA in regime forfettario scatterà l'obbligo di emettere le fatture in formato elettronico. Una riforma attesa da anni. Tra i possibili vantaggi questi, ad esempio: una maggiore efficienza nei rapporti commerciali tra clienti e fornitori, l'incentivo al contrasto all'evasione fiscale, una sorta di "bonus" di un anno per gli accertamenti fiscali, che non potranno essere effettuati oltre i 4 anni (rispetto ai 5 anni previsti per legge), la dematerializzazione, ovvero la creazione di documenti esclusivamente in formato digitale.



La nuova norma, che riguarda una platea di più di 1 milione e mezzo di professionisti, estende l'obbligo di fatturazione elettronica a tutti i soggetti con un regime forfettario con proventi superiori ai 25.000 euro. In altre parole, la fatturazione elettronica si allargherà anche a chi, secondo la vecchia legge, ne era esentato (ad esempio le attività commerciali il cui importo dei proventi annui non superano i 65.000 euro, come le associazioni sportive dilettantistiche).

Gli unici attualmente esclusi sono i contribuenti con un fatturato annuo inferiore ai 25.000 euro. Per loro l'obbligo scatterà a partire dal 1° gennaio 2024. Da questa data tutti i titolari di partita IVA dovranno emettere le fatture in formato elettronico, andando così a completare il processo di digitalizzazione in atto anche in campo fiscale. I soggetti interessati dovranno dunque compilare le fatture in formato elettronico SDI (Sistema di Interscambio) sia per tutte le operazioni effettuate verso soggetti privati (B2C), aziende (B2B) e pubbliche amministrazioni (B2G) che risiedono nello stato italiano e sia per le operazioni fatte all'estero (le operazioni transfrontaliere).


Le sanzioni previste vanno dal 90% al 180% dell'IVA dell'operazione che non è stata documentata in maniera corretta (con un minimo di 500 euro); una sanzione formale minima dai 250 ai 2.000 euro, nel caso in cui la tardiva emissione della fattura non incida sulla corretta liquidazione dell'IVA. Va sottolineato che, durante il periodo transitorio (dall'1° luglio al 30 settembre 2022), i soggetti interessati non incorreranno in sanzioni, nel caso in cui la fattura elettronica venga emessa entro e non oltre un mese dopo l'operazione. Per emettere e ricevere fatture elettroniche, oltre ad un PC, tablet o smartphone serve un software o un servizio che permetta la generazione o la conversione della fattura nel formato richiesto e il conseguente invio a SDI.
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Il Gazzettino