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NEW YORK - Ancora una volta Elon Musk ignora le composte tradizioni dei manager di Wall Street e scatena un altro uragano. Il Ceo di Tesla ha tramortito i mercati con un uno-due sul lavoro a distanza e sui licenziamenti, che ha punito ancor di più il titolo della casa automobilistica, caduto ieri dell'8,70%. In questa sola settimana, Musk ha comunicato ai dipendenti Tesla che «chiunque desideri lavorare a distanza deve essere in ufficio per un minimo (e intendo minimo) di 40 ore settimanali o lasciare Tesla». Nel messaggio dai toni molto poco amichevoli c'era una postilla particolarmente sgradevole: chi non è disposto a tornare negli uffici «dovrebbe fingere di lavorare da qualche altra parte», in un'aperta insinuazione che chi lavora a distanza finga di lavorare, quando invece numerose ricerche hanno dimostrato che i dipendenti in remoto sono più efficienti di quelli in ufficio.
LA SENSAZIONE
Neanche 24 ore dopo, Musk ha scritto ai dirigenti della sua società di avvertire una «pessima sensazione» sull'andamento dell'economia, e che intende congelare le assunzioni e allo stesso tempo liquidare il 10 per cento degli attuali dipendenti.
IL PROGETTO
Intanto Musk deve comunque affrontare un nuovo ostacolo sulla strada del suo progetto di acquistare Twitter. La campagna Stop the Deal (Bloccate il furto), creata da una dozzina di gruppi di pressione, intende bloccare l'acquisto per 44 miliardi di dollari da parte Musk, sostenendo che «degraderà importanti garanzie sulla piattaforma». La campagna annuncia pressioni sulle agenzie governative per rivedere l'acquisizione, sugli azionisti di Tesla perché si ribellino contro di essa, e sugli inserzionisti perché non investano sulla piattaforma.
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Il Gazzettino