ROMA Niente sanzioni per le Città metropolitane e le Province che nel 2015 hanno sforato il patto di stabilità interno. Il primo atto del governo dopo la tornata...
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IL PASSAGGIO
Lo spostamento ha coinvolto circa 20 mila persone ed è stato più lento del previsto. Nel frattempo le province e le città metropolitane hanno dovuto continuare a pagare gli stipendi, e in molti casi i conti non sono tornati. Se ilg overno non fosse intervenuto, le conseguenze avrebbero potuto essere pesanti per gli stessi dipendenti. Nelle settimane scorse era stata la Fp Cgil a lanciare l'allarme sul meccanismo automatico che avrebbe comportato il recupero di buona parte delle somme a valere sul salario accessorio dei dipendenti degli enti. Senza la sanatoria approvata ieri dal governo, secondo i calcoli della Fp Cgil, circa 17 mila lavoratori delle città metropolitane e delle province avrebbero dovuto rinunciare al 4,6% della loro retribuzione, con un taglio su base annua di oltre 1.300 euro, con punte di oltre il 13% in città come Roma.
LE ALTRE NOVITÀ
Buone notizie dal consiglio dei ministri arrivano anche per la Sicilia. Si tratta di un accordo che porterà alla Regione siciliana 500 milioni di euro, e il passaggio dal vecchio patto di stabilità alla regola del pareggio di bilancio, così come avviene per tutti gli altri enti locali, con una modifica allo statuto e al regime di compartecipazione dell'Irpef. Per quanto riguarda quest'ultimo punto si passa dal «maturato» al «riscosso», in cambio di misure di riduzione della spesa e di risanamento del bilancio, stabilendo una riduzione della spesa corrente (esclusa sanità) del 3% ogni anno dal 2017 al 2020, una riduzione della spesa per pubblico impiego e l'adozione dei fabbisogni standard per il comparto comunale .
Il provvedimento approvato ieri, inoltre, ridestina al comparto comunale alcune economie di spesa (circa 26 milioni di euro) residuate da stanziamenti inerenti lo stesso comparto comunale (gli accantonamenti prudenziali 2015 e il fondo per il rimborso della Tasi abitazione principale). Le risorse vengono destinate a rendere più fluido ed equo il passaggio dal criterio della spesa storica a quello basato su fabbisogni standard e capacità fiscale (che al momento vale per il 30% dei trasferimenti statali). Infine il governo ha anche deciso di creare un «cuscinetto» contro i dissesti finanziari dovuti a eventi molto lontani nel tempo. Si tratta di un «Fondo per i contenziosi connessi a sentenze esecutive relative a calamità o cedimenti» con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016-2019. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino