Adesione spontanea del contribuente, sintetizzata in inglese nella parola magica "compliance". Ma anche aumento dei controlli, in particolare contro l'evasione Iva,...
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Il che vuol dire, essenzialmente, quante risorse dedicare alle varie azioni di contrasto all'evasione, selezionando le priorità. Il documento interno dell'Agenzia segue gli indirizzi già impartiti dal ministero dell'Economia all'amministrazione finanziaria. Il prossimo anno dunque partiranno ancora più lettere ai contribuenti, persone fisiche e non, per invitarli a rispondere su anomalie riscontrate dalle strutture dell'Agenzia. Per chi non dà giustificazioni o non adegua la propria dichiarazione i controlli scatteranno in modo quasi automatico.
Nel mirino poi c'è senz'altro l'Iva, in linea anche con le misure decise a livello politico e contenute nell'ultima legge di bilancio (che hanno provocato però la protesta dei professionisti per l'aggravio negli adempimenti). L'imposta sul valore aggiunto genera un tax gap, ovvero la differenza tra il gettito teoricamente atteso e quello effettivo, di oltre 40 miliardi.
Per aggredirlo saranno messe nel mirino i contribuenti meno collaborativi, in grado di mettere in piedi frodi complesse e di grande impatto. I controlli sui soggetti Iva aumenteranno (mentre diminuiranno quelli sul registro) e gli uffici dovranno anche migliorare la qualità delle verifiche sulle imprese medio-grandi, ovvero quelle con volume d’affari tra 26 e 99,9 milioni di euro). Infine una quota significativa di risorse sarà assorbita, già dai primi giorni del 2017, dalla riapertura dell'operazione di rientro dei capitali dall'estero (voluntary disclosure). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino