Airbnb dovrà pagare la tassa sugli affitti brevi. Lo afferma il Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso del portale, che chiedeva una sospensione...
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La seconda sezione del Tribunale amministrativo laziale si è riservata di approfondire, in fase di merito, «alcune questioni di rilevanza anche comunitaria». Ora Airbnb, che già non ha rispettato la prima scadenza del 16 ottobre, rischia una sanzione.
La tassa sugli affitti brevi è stata introdotta nella manovra correttiva di primavera. Prevede tra l'altro che gli intermediari immobiliari - che siano portali online o agenzie tradizionali attive nel mercato degli affitti turistici - raccolgano le tasse dovute dai proprietari di casa - il 21% - e trasmettano i relativi dati all'Agenzia delle Entrate.
Il Tar, pur riservandosi di approfondire alcune questioni di rilevanza anche comunitaria, ha avuto modo di chiarire che le misure in contestazione non sono «discriminatorie laddove esse ragionevolmente si applicano, per la parte relativa agli obblighi di versamento, solo agli intermediari che intervengono nel pagamento del canone di locazione». Inoltre, sul piano della comparazione tra i diversi interessi pubblici e privati coinvolti «appare comunque prevalente l'interesse pubblico al mantenimento degli effetti del provvedimento in esame, al quale peraltro gli altri operatori del mercato si sono già adeguati».
Intanto, la società risponde: «Stiamo valutando l'opportunità di portare il caso all'attenzione del Consiglio di Stato», si legge in una nota diffusa da Airbnb.
«La materia oggetto del ricorso - spiegano i responsabili del portale - è molto complessa, non solo per la normativa applicabile ma anche per la comprensione e definizione del mercato di riferimento, aspetto fondamentale per l'accertamento dei profili di discriminazione.
Il Gazzettino