OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
L'INDUSTRIA
In compenso l'attrice appoggia appassionatamente l'agitazione che sta mettendo in ginocchio l'industria: «In America siamo a un punto di svolta», scandisce, «il divario tra ricchi e poveri aumenta sempre più e non solo nel cinema. L'87 per cento degli attori non guadagna abbastanza da potersi permettere l'assistenza sanitaria. Il business è cambiato ma i nostri contratti sono rimasti alla fase precedente allo streaming e all'intelligenza artificiale. Gli studios inoltre vorrebbero il diritto di scansionare il corpo degli interpreti "minori" per poterlo poi riutilizzare senza pagare. Noi attori famosi abbiamo il dovere di sostenere lo sciopero mentre gli executive hanno promesso di resistere finché i manifestanti non perderanno la casa o moriranno di fame. A Hollywood stanno cercando di distruggere la vita delle persone».
Nel cinema le donne oggi hanno più potere? «Sempre più attrici diventano produttrici per promuovere storie al femminile», risponde Susan, «ma se non sei un maschio bianco etero è difficile parlare di potere. Senza contare che le donne continuano a guadagnare meno dei maschi». Negli anni '70 marciava contro la "sporca guerra" del Vietnam. Oggi sull'Ucraina l'attrice esprime una posizione netta: «Premesso che sono pacifista, trovo che la Nato sia fuori controllo mentre dovrebbe iniziare i negoziati diplomatici», afferma con vigore, «si sta combattendo una guerra per procura iniziata prima dell'invasione dell'Ucraina con la violazione degli accordi di Minsk: si vuole indebolire la Russia a causa dei suoi rapporti con la Cina, che a noi fa paura. Ho il cuore in pezzi per le devastazioni e i morti sia russi sia ucraini. Solo la diplomazia può fermare la guerra».
MONICELLI
Senza tanti giri di parole rievoca poi la sua esperienza, tutt'altro che memorabile, in un film italiano: La mortadella di Mario Monicelli. «Era il 1971, avevo 24 anni ed era uno dei mie primi set», racconta, «non capivo l'italiano e nessuno parlava l'inglese, non c'era un'anima viva che mi rivolgesse la parola. Mi sentivo all'oscuro di tutto, ignoravo chi fosse il regista... E Sofia Loren recitava munita di un apparecchio per misurare le luci di scena. Ecco tutto, i miei ricordi finiscono qui». Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino