Renzo Arbore e la sua "Mariangela": «Amavo la Melato e la sua nobiltà d'animo»

Mariangela Melato e Renzo Arbore
«Una donna di grande valore, modestia,signorilità, cultura, ironia, intelligenza e soprattutto con una grazia e nobiltà d'animo fuori dal comune»:...

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«Una donna di grande valore, modestia,signorilità, cultura, ironia, intelligenza e soprattutto con una grazia e nobiltà d'animo fuori dal comune»: Renzo Arbore non usa mezzi termini per raccontare l'adorata Mariangela Melato, alla

quale Rai Storia dedica tre speciali (e anche un quarto in arrivo) firmati da Fabrizio Corallo, con Lella Costa, Pupi
Avati, Michele Placido e altri colleghi, amici e collaboratori dietro le quinte.

“Mariangela!” andrà in onda da mercoledì 10 maggio, alle 21.10 su Rai Storia. Arbore non nasconde un lieve disappunto per il disinteresse da parte delle reti più seguite. Ma è sinceramente grato a tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione di questi speciali che rendono onore ad una icona assoluta del teatro e del cinema.
«Era la più grande attrice italiana, non lo dico io ma Giancarlo Giannini. Veniva da una famiglia umile - racconta
Arbore - ma ha sempre studiato tantissimo per migliorarsi. Non parlava mai male di nessuno e nessuno parlava male di lei. Non provava mai invidia e sapeva apprezzare anche il talento di artisti umili purché fossero veri», racconta ancora Renzo che lancia un appello a nome della Fondazione Mariangela Melato affinché il teatro Valle in cui, già malata, portò in scena il monologo “Il dolore”, venga intitolato alla sua memoria.

«Avevamo una sintonia perfetta. Mai una lite, mai una parola fuori posto», aggiunge Arbore, ricordando la bellissima storia d'amore giovanile, ripresa negli ultimi anni di vita, quando «il giorno prima di morire, cantava ancora insieme a me le canzoni del dopoguerra che amava tanto». Un'attrice, ma anche «la cantante più swing che io abbia mai conosciuto» e «la più grande ballerina non professionista, come racconta anche Pippo Baudo».
Artista poliedrica e appassionata, innamorata del suo lavoro e della vita, è scomparsa a Roma nel gennaio del 2013 a 71 anni.

Nella prima puntata, obiettivo sugli anni dal 1941 al 1973 della Melato, raccontati in studio da Lella Costa con Arbore, la sorella di Mariangela, Anna Melato; Maurizio Porro, critico e grande amico; Giovanna Guida, attrice e assistente di Mariangela; Annabella Cerliani autrice e amica storica; e Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano. Preziosi spezzoni di film e filmati delle Teche Rai accompagnano il racconto di Mariangela, a partire dagli studi di pittura all'Accademia di Brera negli anni '60 e dal lavoro da vetrinista a La Rinascente dove conobbe un giovane Giorgio Armani.
Si passa poi dal teatro impegnato alla commedia brillante con «Alleluja brava gente» di Garinei e Giovannini di cui è
interprete accanto a Renato Rascel e Gigi Proietti. C'è il racconto di Pippo Baudo che la portò a Canzonissima facendola entrare in scena in una valigia. E poi i film dal forte impegno civile e sociale come “La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri con Gian Maria Volonté e l'incontro con Lina Wertmuller che la valorizza come protagonista di tre celebri commedie con Giancarlo Giannini “Mimi metallurgico ferito nell'onore” (1972 “Film d'amore e d'anarchia” (1973) e “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto” (1974).


«La nostra ricchezza, e anche quella della Rai, - osserva Arbore - è la memoria». E a tal proposito annuncia che Rai2 dedicherà ad Indietro tutta una trasmissione che celebra il varietà. «In tv vedo allegria, ma di risate vere, di cuore, di pancia e di testa, ultimamente - conclude - ne vedo poche».
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Il Gazzettino