Mattarella ricorda Montale: «Con le sue parole ha dato lustro al Paese»

Mattarella ricorda Montale «Con le sue parole ha dato lustro al Paese»
A quarant'anni dalla sua morte, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebra Eugenio Montale. «Quarant'anni or sono moriva Eugenio Montale, la cui poesia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

A quarant'anni dalla sua morte, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebra Eugenio Montale. «Quarant'anni or sono moriva Eugenio Montale, la cui poesia ha impresso un segno importante nella cultura italiana ed europea, testimoniato anche dal Premio Nobel perla letteratura conferitogli nel 1975. La Repubblica lo ricorda come una personalità di grande rilievo, capace di dare lustro al Paese con le sue parole scolpite, che mettevano in luce il travaglio e la disillusione dell'uomo moderno» dice Mattarella. «Poeta, scrittore, giornalista, Montale -sottolinea il presidente della Repubblica- ha avuto la sorte di attraversare il Novecento nei suoi drammi e nelle faticose conquiste di libertà e giustizia. Ha esplorato a lungo la coscienza individuale, senza però rinunciare alla dimensione civile dell'esistenza. FuPiero Gobetti l'editore della sua prima raccolta di poesie, «Ossi di seppia».

 

Sottoscrisse nel '25 il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Giovanni Amendola e Benedetto Croce, quindi contribuì al CLN fiorentino partecipando al Comitato perla cultura e per l'arte. Onorò per quasi un quindicennio l'incarico di senatore a vita, a cui fu nominato dal presidente Saragat. Respingeva la superficialità e il conformismo». «Credeva nella ragione e nella tolleranza. La sua inclinazione alla solitudine -spiega- rimandava a quel primato della coscienza, che desiderava affermare contro miti e furori ideologici. Giovanni Spadolini concluse la commemorazione in Senato di Eugenio Montale con una citazione, che assume ancora il senso di un lascito culturale: «La mia poesia non può essere intesa come messaggio, ma come un invito alla speranza».

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino