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MESTRE - È un intreccio davvero particolare quello che si è venuto a formare tra un trio polacco e il celebre sassofonista di Cleveland Joe Lovano. Stimolante perchè attraverso il comune linguaggio del jazz l’altra sera al teatro Toniolo sono emerse sfumature e letture di grande rilievo. Da una parte l’ancora poco noto, in Italia, trio del pianista Marcin Wasilewski, dall’altra il possente fraseggio del sassofonista statunitense, da decenni uno dei principali virtuosi del suo strumento a livello internazionale. E, soprattutto, artista dotato di una spiccata personalità.
La band, protagonista nell’ambito della stagione di Veneto Jazz, ha presentato i brani che hanno dato vita a quel progetto “Arctic Riff” che l’etichetta tedesca Ecm è riuscita a registrare prima che la pandemia bloccasse tutto. Si tratta di una musica molto raffinata, che oscilla dalla delicatezza e dalla determinazione del pianista polacco all’impetuoso racconto di Lovano, capace di passare con assoluta ed invidiabile naturalezza dei sentieri più in chiaroscuro fino alle trame più corpose e incisive che lo hanno reso celebre in tutto il mondo.
“Arctic Riff”, che comprende anche la celebre composizione di Carla Bley “Vashkar” integra i due mondi con un suono prevalentemente pacato in un affascinante gioco di coloro tenui.
Insomma, un capitolo molto originale che fa dialogare l’attuale produzione dell’est Europa con uno dei protagonisti di primo piano del jazz americano.
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Il Gazzettino