Hanno fatto la storia del rock ma non è bastato: le chitarre Gibson gettano la spugna e fanno ricorso al Chapter 11, la bancarotta assistita Usa. I debiti, le acquisizioni...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una storia gloriosa quella di Gibson, per quasi 120 anni protagonista indiscussa della musica. Negli ultimi però è sopraggiunta la crisi frutto dei costosi tentativi di diversificare la sua attività, fra i quali l'accordo nel 2014 con l'olandese Philips per trasformarsi nella «migliore società al mondo per il lifestyle della musica». L'intesa però non ha portato i risultati sperati, anzi è diventata una zavorra per l'intero gruppo. Da allora i problemi sono andati crescendo, così come i debiti, schizzati fino a 500 milioni di dollari. La bancarotta si è quindi presentata come l'unica alternativa possibile per ristrutturarsi e rilanciarsi. Nell'ambito del Chapter 11 Gibson ha ottenuto un finanziamento di 135 milioni di dollari che le consentirà di avere sufficiente liquidità a disposizione per continuare a operare. «Negli ultimi 12 mesi abbiamo compiuto sostanziali passi per una ristrutturazione operativa. La decisione di concentrarci sulle nostre attività core, ovvero gli strumenti musicali, riteniamo assicurerà alla società stabilità e un buono stato di salute finanziario» afferma l'amministratore delegato Henry Juszkiewicz, che controlla il 36% di Gibson. Parole che puntano a rassicurare i fornitori e i clienti di Gibson, che produce anche i pianoforti Wurlitzer e le percussioni Slingerland.
Emergeremo «dal Chapter 11 con meno debito e una piattaforma più snella e forte concentrata sugli strumenti musicali che consentirà alla società, ai suoi dipendenti e ai clienti di avere successo» afferma Gibson nella documentazione depositata in tribunale, nella quale si mette in evidenza come il processo di bancarotta sarà «praticamente invisibile per i clienti».
Il Gazzettino