Ghali: «Salvini? Non è vero che abbiamo fatto pace, è una bugia. Voleva farmi cacciare dallo stadio»

E sulla maglietta regalata spiega: «Ho firmato quella t-shirt solo perché sapevo che sarebbe finita a suo figlio»

Ghali contro Salvini, caso risolto? Assolutamente no. Il leader della Lega, dopo il duro faccia a faccia di San Siro, ha esibito una maglietta donatagli dal rapper come gesto...

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Ghali contro Salvini, caso risolto? Assolutamente no. Il leader della Lega, dopo il duro faccia a faccia di San Siro, ha esibito una maglietta donatagli dal rapper come gesto di pace. Versione che Ghali non solo non conferma, ma smentisce categoricamente: «Sono andato allo stadio per tifare la mia squadra del cuore, lo stesso cuore che mi ha portato ad agire d’impulso. Non ho assolutamente fatto pace con Salvini e non mi sono mai pentito delle parole che gli ho detto durante il derby».

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Ghali contro la Salvini: «Pace? No, è una bugia mediatica»

Sui social il giovane cantante scrive: «Io sono per la pace, ma pace non si può fare con chi ogni giorno fa guerra ai più deboli portando avanti politiche razziste e di odio, con chi fa soffrire e morire la mia gente.
La pace si farà quando ammetterà i propri errori, quando risponderà delle sue azioni, quando racconterà la verità al suo popolo e smetterà di creare disinformazione, usando l’immigrato come capro espiatorio dei problemi dell’Italia». E rincara la dose: «Questa storia della pace tra me e Salvini è una bugia mediatica.È questa la vera violenza, non una verità urlata in faccia».

Ghali del leader leghista dice: «Ora dice che mi offrirebbe un caffè, ma allo stadio ha cercato di farmi cacciare dal mio posto invano». E aggiunge: «La mia non è politica, è pre politica, si parla di umanità. I miei non sono insulti, sono solo l’ennesima segnalazione urlata e frustrata verso il responsabile di innumerevoli ingiustizie».

E sulla maglietta firmata esibita da Salvini, Ghali chiarisce: «Ho firmato quella t-shirt solo perché sapevo che sarebbe finita a suo figlio, essendo mio fan, nella speranza che un giorno, crescendo, potrà farsi delle domande e avrà voglia di vivere in un’ Italia diversa da quella voluta da suo padre. In fondo anche io ho preso delle scelte diverse da mio papà, so che può succedere».

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Il Gazzettino