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VENEZIA - Pedro e le donne. Pedro e le madri. Pedro e la Storia. Pedro e il franchismo. Pedro e Venezia. Sono tanti i Pedro che si alternano al Lido, durante la presentazione del suo ultimo film Madres paralelas, film in Concorso e di apertura della 78ª Mostra di Venezia, che ha raccolto già notevoli consensi, lasciando aperta la porta a un riconoscimento finale. Che Almodóvar parli di donne e madri è abbastanza scontato, conoscendo la sua storia cinematografica. Meno che affronti per la prima volta uno snodo politico di grande attualità, come il revisionismo della recente stagione dittatoriale spagnola, il dramma dei tanti desaparecidos e la spinta che la destra, non solo iberica, ma di estensione europea, porta a rallentare una presa di coscienza storica sull'accaduto. Con i suoi occhiali neri e l'esuberante chioma bianca, Pedro ha capito che forse questa è diventata un'urgenza anche per i suoi film. Sentiamolo. Ed è veramente un'esternazione dura, sofferta.
«La memoria storica ancora in sospeso e il debito enorme verso le persone scomparse, sepolte in fosse comuni senza alcuna dignità, restano cicatrici sul presente del mio Paese, che non è riuscito ancora a darsi una legge seria, se non quella parziale e incompleta voluta da Zapatero nel 2007.
I DESAPARECIDOS
Tra tutti i morti, anche illustri, il poeta Garcia Lorca senza dubbio è il desaparecido più ingombrante: «Per me è sempre stato una fonte di ispirazione. Negli anni '70 quando cominciavo a girare dei Super 8, lui è sempre stato presente. Ma la Spagna è un Paese che ha permesso il suo omicidio brutale, senza interessarsi mai di trovare il suo corpo. E questo mi addolora».
A due anni dalla consegna del Leone d'oro alla carriera, il regista di Dolor y gloria e The human voice, per restare solo ai suoi film più recenti, torna a Venezia con la storia di due madri (Penélope Cruz e Milena Sint), che partoriscono contemporaneamente, allacciando un'amicizia dagli sviluppi impensabili: «Una storia di madri complesse e imperfette, dopo le tante onnipotenti che mi hanno educato e attraversato la mia vita. Una nuova storia di donne, che si somma a queste ricerche di corpi sotterrati e dimenticati. Scelte personali che fanno discutere, al pari di quelle sociali e politiche».
Una di queste, Janis, è una Penélope Cruz chiamata forse al ruolo più complicato della sua carriera: «Un nuovo viaggio con Pedro intenso e avvincente. Un regalo. Una nuova meraviglia scritta da un uomo al quale devo tutto se oggi sono un'attrice affermata. Il ruolo credo più difficile per me. Abbiamo lavorato per mesi, per dar vita a questo personaggio. Pedro concede sempre tutto il tempo necessario. Sono molto fortunata a lavorare con lui, gli sono molto grata. Quando squilla il telefono e vedo il suo nome, so già che mi chiama per fare un film assieme. E sono felicissima». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino