Vintage: nessuno, nel tardo Medioevo francese, quando questa parola cominciò a percorrere l’universo parlato per indicare una vendemmia...
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Invece ”vintage” è un termine accrescitivo, una definizione che rende preziosa e rara la cosa di cui si parla: una moda che racconta i segni del tempo, un’epoca trasferita su oggetti per il guardaroba, per la casa, per l’uso di ogni giorno. Una borsa qualunque portata da chissà chi a inizio secolo sarà solo una borsa vecchia, antica, non per questo “vintage. Invece una borsa speciale, di fattura preziosa e rara di qualche decennio fa, o di un secolo fa è un oggetto “vintage”: non una borsa usata e basta.
Ecco sull’onda dei significati positivi legati alla parola che originariamente significava un buon vino d’annata, approdiamo alla moda del nostro tempo che nelle sue componenti vintage più prestigiose accorpa vestiti, accessori, oggettistica che si porta addosso anche più di un secolo, e che fino al 17 novembre, è presentata a Treviso, in una mostra esauriente allestita a Ca dei Carraresi . Giunta alla sua quarta edizione, la rassegna “Vintage”, che ormai appresenta un cult per i curiosi di cose rare, preziose, occupa l’intero spazio della location confermando la positività di questo evento ormai atteso non solo dai Trevigiani ma dai cultori di cose belle di un tempo . Mostra- mercato, quindi con possibilità di acquistare l’oggetto individuato, che gli organizzatori hanno voluto accompagnare anche quest’anno con un evento culturale collaterale: una mostra dedicata a Giuliana Coen Camerino, ai suoi famosissimi pannelli dai quali è nato il tromp l’oeil nella moda italiana.
Nel corso dell’inaugurazione della Mostra a Ca’ dei Carraresi- con il benvenuto di Fernanda Li Volsi (oggi ritenuta in campo internazionale una storica del “vintage” ) e di Valerio Dalbianco, organizzatore esperto e tecnico del settore - è stata ricordata , da Luciana Boccardi , Giuliana Camerino Coen, raccontata anche con il libro di vita vissuta (“Schegge di Roberta” - ed. Marcianum) - al quale la figlia, Roberta Camerino Zanga affida i ricordi più vivi e personali (che l’amica Federica Repetto, ha interpretato con la sua penna raffinata, non priva di concessioni affettuose) .
Una testimonianza per ricordarci che anche l’arte più alta deve fare i conti con il cuore, con un amore di madre e figlia sia pure combattuto da momenti di gloria inesorabili.
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Il Gazzettino