Torino 36, giorno 6. Un'Islanda a doppia vita Temporada, la sorpresa arriva dal Brasile

Torino 36, giorno 6. Un'Islanda a doppia vita Temporada, la sorpresa arriva dal Brasile
Ci si avvia verso la fine del festival, con una giornata piena di sorprese positive. VARGUR di Börkur Sigbórsson...

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Ci si avvia verso la fine del festival, con una giornata piena di sorprese positive.


VARGUR di Börkur Sigbórsson (Concorso) – Una ragazza ingoia ovuli di cocaina cercando di portarli in aereo da Copenaghen a Reykjavík: servono a due fratelli, uno già compromesso con la legge (è appena uscito di prigione), l’altro rinomato avvocato, per risolvere i loro problemi economici. Ma all’arrivo in hotel in Islanda, la ragazza sta male, non riesce a evacuare gli ovuli, mentre la polizia comincia a intensificare le ricerche. Un poliziesco dove ancora una volta si mette in luce la falsa immagine dei Paesi del Nord, quell’ambivalenza strisciante, qui riassunta nelle due facce dei fratelli, così opposti, che simbolicamente rappresentano l’Islanda come noi la vediamo e come invece sa anche essere. Dalle cadenze thriller, un racconto morale e teso, avvincente e con un finale inquietante. Voto: 7.

TEMPORADA di André Novais (Concorso)
– Per scongiurare un’epidemia di dengue, il controllo sanitario porta alcuni volontari a ispezionare le case della zona di Contagem, in Brasile. Tra questi Juliana, appena trasferitasi dalla pronvicia, in attesa di essere raggiunta dal marito. Novais racconta con lo sguardo documentaristico le giornate monotone e uguali di una umanità privata di tutto, tranne della speranza. Costretta a vivere tra malattie incipiente, ragni, scorpioni e serpenti nascosti nelle case e dalla possibilità costante di finire dentro una sparatoria tra malviventi e bande locali, Juliana cerca un minimo di solidarietà dai colleghi, dovendo fare i conti ogni giorno anche con le urgenze economiche e anche qualche istante di intimità, vista l’assenza prolungata del marito. Un film commovente, di rara sensibilità che porta la realtà conflittuale nel cuore della narrazione. Voto: 8.

MADELINES’ MADELINE di Josephin Decker (Festa mobile)
– Una ragazza problematica dal talento attoriale notevole cerca una propria dimensione attraverso la recitazione, tra le attenzioni di una mamma in costante allarme e una insegnante di teatro molto esigente. Finalmente un film sulla esuberanza comportamentale che non inchioda i personaggi e il racconto in una schema rigido e pacifico, ma esprime con un tasso anarchico una visione costantemente sfuggente, dagli scatti di montaggio tellurici e la costanza di un’approssimazione del fuoco che osteggia la capacità di afferrare il senso di ogni azione.  Voto: 7. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino