Stalking, il pericolo arriva da ex amanti e amici

 Stalking, il pericolo arriva da ex amanti e amici
 Più di 11mila procedimenti penali per stalking. L’ultima...

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 Più di 11mila procedimenti penali per stalking. L’ultima statistica resa nota dal Ministero della Giustizia, relativa al 2012, delinea un quadro sempre più preoccupante del reato di atti persecutori, introdotto nel codice penale (articolo 612 bis) con il decreto legge 11 del 2009). In soli due anni, il numero di episodi finitti sotto accusa è aumentata a dismisura: erano poco più 7mila nel 201, poco sotto i 10mila l’anno successivo. Il record negativo spetta alla Lombardia con 1804 casi (seguita da Lazio con 1585 e Sicilia con 1222), mentre il fenomeno è praticamente inesistente in Valle d’Aosta (7 casi). Il Veneto, con 681 casi nel 2012, è al quinto posto dopo la Campania (1173), davanti a Puglia (859) ed Emilia Romagna (655), mentre Friuli - Venezia Giulia e Trentino - Alto Adige sono tra le regioni più tranquille d’Italia rispettivamente con 178 e 138 casi di stalking approdati davanti ai giudici.
Il reato di persecuzione è tipicamente maschile (91,1 per cento)  e soltanto nel 7,1 per cento dei casi autore e vittima sono dello stesso sesso. L’età media dell’autore è di 42 anni, quello della vittima di 38. Solo in un quinto dei casi i soggetti coinvolti sono stranieri: per la maggior parte autore e vittima sono italiani e, nel 33 per cento dei casi, hanno figli in comune. Il "movente" principale è il tentativo dichiarato di voler "ricomporre il rapporto" (50,6 per cento), seguito da ossessione sessuale o psicologica (21,1), gelosia (26,4) o la volontà di vedere un figlio conteseo (8,8). Nel 73,9 per cento dei casi, autore e vittima hanno intrattenuto, anche nel passato, una relazione sentimentale, nel 9,1 per cento rapporti di conoscenza, nel 5,4 di amicizia. Solo in 5 casi su 100 non vi è stato mai alcun tipo di rapporto. I principali danni lamentati dalle vittime sono di tipo psicologico (68,9 per cento), fisico (41 per cento) o materiale (26,3). Soltanto il 10,8 per cento delle vittime dichiara di non aver subito alcun danno. La persecuzione prosegue per lungo tempo: mediamente per 14,6 mesi. E prima che la vittima decida di presentare denuncia trascorrono più di 9 mesi. Nel 64 per cento dei casi, alla prima denuncia ne seguono altre. Ma una vittima su quattro alla fine preferisce rimettere la querela.
Per finire l’esito dei processi: in quelli monitorati dal ministero della Giustizia, risulta che il 42,5 per cento si sia concluso con sentenze di condanna, il 14,9 con pateggiamenti e slo l’11,5 con assoluzioni.
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Il Gazzettino