Parole, parole, parole...come nella famosa canzone, questa brutta avventura del coronavirus ha stimolato fantasia e banalità in...
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Su questo fronte, sul quale hanno imperversato in questi mesi proclami e progetti, parole e promesse, da parte di stilisti, giornalisti, modelle, imprenditori, è intervenuto in questi giorni il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa, tracciando quelle che saranno più o meno le nuove regole del gioco che solitamente, in autunno, ci portava a Parigi per l’alta moda, a Firenze e Milano per l’uomo , poi a Parigi, New York, Milano per il pret-à-porter.
In sintesi, Capasa sottolinea la necessità di rendere più agile (e meno costoso) l’aspetto teatrale della moda, approvando l’apertura che Pitti ha già annunciato per la moda maschile. La rassegna fiorentina infatti aprirà i battenti in forma più contenuta, con meno partecipanti, però con la fermezza che deve accompagnare ogni tentativo di “risalita”. Parigi annuncia l’apertura delle giornate dell’alta moda nel prossimo luglio solo in forma digitale. Anche per Milano, Capasa punta sulla formula digitale con la quale verrà proposta dal 14 al 17 luglio la prima Digital Fashion Look. Un po’ digitale e un po’ spettacolare sembra sarà invece la settimana del pret-à.porter sulla quale proposte e suggerimenti stanno piovendo sulla bilancia della moda non solo italiana ma internazionale. Tra pochi mesi toccheremo con mano una realtà che forse sta ancora sfuggendo anche ai più attenti studiosi del sistema. Perché tra tante parole che leggiamo, tante immagini che ci vengono distribuite online, c’è silenzio preoccupante sul fronte dei compratori. E alla fine tutto, ma proprio tutto, dipenderà dai buyers, non solo da quelli che frequentano le presentazioni , ma da quelli che sono i destinatari finali del prodotto, i clienti dei negozi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino