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"In laguna bisogna far rispettare le regole", ha dichiarato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, annunciando gli "Stati generali" per affrontare l'annosa questione del moto ondoso, mai veramente considerata; tantomeno risolta. Brugnaro, intervenendo all'inaugurazione del Polo nautico di San Giuliano, ha poi criticato chi, a remi, si avventura nel Canale della Giudecca "creando disturbo a chi usa le barche per lavoro". Non risulta, però, che nel canale della Giudecca vi siano divieti per le imbarcazioni a remi le quali, al contrario, secondo il Codice della navigazione, hanno sempre la precedenza. Dunque, paragonarle ai pedoni in autostrada è quantomeno improprio.
La realtà è che le regole devono rispettarle principalmente le imbarcazioni a motore, perché quelle a remi non producono onda. Sono le barche a motore a sfrecciare a velocità superiori al consentito, ad alzare onde che mettono a rischio le imbarcazioni più piccole, anche per colpa di scafi non adatti alla navigazione lagunare.
Ben vengano, dunque, gli "Stati generali", con l'auspicio che anche chi lavora a bordo di barche a motore si assuma le proprie responsabilità, accettando di rispettare i limiti e di alzare meno onde possibile. E il Comune decida di occuparsi della questione, magari pensando come favorire l'adozione di scafi meno impattanti per chi si vuole muovere in laguna.
Servono maggiori controlli e sanzioni, ma anche un'attività di sensibilizzazione: una campagna pubblica di informazione su come ci si deve muovere in barca in laguna, sulla necessità di rispettare le regole: non ha diritto di violarle il gitante domenicale, voglioso di mettersi in mostra al timone del suo motoscafo con motori da 200 cavalli, ma neppure chi trasporta merci o turisti e lo fa in nome del maggior guadagno. Per fortuna le remiere continuano a far sentire la propria voce, anche con clamorose manifestazioni di protesta, a fronte di amministrazioni che, nel corso degli anni, poco o nulla hanno fatto per gestire il fenomeno.
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