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VENEZIA - «Per mesi ho preparato l’ingresso in piazza da dietro. Ci sono riuscita solo questa sera perchè prima c’era l’acqua alta». La folla impazzisce quando Laura Pausini, vestita ad inizio show di rosso, attraversa il passaggio che da metà piazza San Marco la porta fino al gigantesco palco. Domenica 2 luglio almeno non ha piovuto, ma la morsa dell’alta marea si è fatta sentire (GUARDA IL VIDEO) in ogni caso anche in questo terzo concerto veneziano che apre il tour.
Poi parte l’esplosione di suoni, colori, immagini e, soprattutto, spunta la voce potente ed inconfondibile della Pausini. Quello della cantante romagnola è si un concerto, ma con caratteristiche del tutto particolari.
Poi, dopo tutte queste pause di racconti, ovviamente c’è la musica. La partenza è con il botto, con i colori che avvolgono San Marco e le note di “La solitudine”, “Strani amori” e “Incancellabile”. Pausini cambia spesso abito abbinandolo con il microfono e sul palco fa frequentemente tappa anche il corpo di ballo (spicca la performance con bandiera di San Marco di Sebastian Melo Taveria). La regia di Luca Tommasini fa ulteriormente incendiare gli animi del pubblico che balla (chi scrive viene anche redarguito perchè un po’ fermo) e lo spettacolo si rafforza ancora di piu con la riuscita medley con “Frasi a metà”, la celebre “Io canto” di Cocciante (ma solo il ritornello) e quindi “Un’emergenza d’amore”.
Per dare un aiuto a tutte quelle ragazze che spesso fanno fatica ad inseguire i propri sogni, Pausini racconta la sua esperienza prima di diventare una star internazionale. «Ci ho messo 30 anni per arrivare a cantare qui in piazza San Marco - confida sorridendo - Ma a tutte voi voglio ricordare che quando ho iniziato, 30 anni fa, l’ambiente musicale era composto da soli maschi. Ora riguardando indietro mi sono resa conto che tutte quelle persone sono uscite dal circuito della musica e io suono qui. E pensare che a me all’inizio bastava essere una cantante da pianobar». “Corro nel vento e canto” come diceva Cocciante.
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Il Gazzettino