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Nonostante un tempo capriccioso, siamo in primavera. E allora? Non tanti anni fa l’arrivo della primavera era anche un momento di riflessione per il guardaroba che faceva coincidere le feste pasquali con lo sfoggio di un nuovo modo di abbigliarsi rispetto all’inverno lasciato alle spalle. Non si trattava solo di vestirsi più leggeri , di abiti adatti al clima più mite, ma di qualcosa di nuovo che magari riportando a “restauro” sartoriale un vecchio abito della mamma o della zia , per chi non avesse mezzi sufficienti da dedicare a nuovi acquisti , consentiva di sentirsi dentro un abito nuovo, era un “far primavera”. Oggi nella moda sono letteralmente scomparse le mezze stagioni: se ne lamentano i produttori ma anche le fashion victimes che h anno sentito venir meno una occasione. Oggi il passaggio tra inverno e primavera si registra solo nel clima più mite (che in questi giorni ha latitato abbastanza) che consiglia di eliminare paludamenti caldi e protettivi per adottare mises più leggere, lunghe gonne di chiffon fantasia con giacche di cachemire leggero o mantelle di maglia . Se il passaggio tra inverno e primavera ignora una “moda di mezza stagione” questo vale anche per il passaggio tra estate e inverno. Moda oggi è svegliarsi alla mattina e decidere : cosa mi metto? Certamente entrano in gioco i colori più tenui, meno aggressivi, le fantasie con cenni di fiori non violenti come quelli dei tessuti estivi ma decorati con richiami alla rigenerazione, al verde delle piante che rifioriscono, ai primi fiori . Elemento irrinunciabile di queste giornate metà tiepide e metà calde, metà piovose e metà assolate è ll foulard che da una decina d’anni è diventato irrinunciabile sia che si tratti di lunghe, lunghissime sciarpe di garza-cachemire sia che si tratti di sete stampate nei segni e nei colori più originali. Da qualche stagione gli stilisti stanno tentando di eliminare il ricorso alle sciape, facendole diventare un dèjà vu: sulle passerelle non si vedono più foulard a lunghezza che sfiora il piede o piccolissime sciarpine leggere. Ma il pubblico non rinuncia a questo dettaglio comodo e complice. Perché la sciarpa sopra un tailleur, con un completo pantaloni, con una mise di estrema eleganza aggiunge un tocco di personalità: è la conferma che quasi ogni donna in fondo ama costruirsi da sola la propria eleganza. E’ la firma autografa che sfida magari un completo di grande griffe.
Pare – affermano gli psicologi - che il successo della sciarpa (lunga o più corta, sempre a forma rettangolare, lunga e stretta ) sia dovuto anche al fatto che si tratterebbe di un oggetto dell’abbigliamento considerato “protettivo”, una sorta di coperta di Linus che ci accompagna da adulti , buttata oltre la spalla, annodata a drappo, girata intorno al collo , intrecciata a doppio giro se una improvvisa brezza lo richiede.
Sciarpe e sciarpone leggerissime di primavera, per lei , ma anche per la moda maschile: con la stessa irrinunciabilità uomini elegantissimi ma anche i meno attenti all’estetica modaiola amano “far primavera” adottando sul completo giacca e pantaloni una sciarpa leggera che - ne siano o no consapevoli - sentono anche come moda, portata con sapiente negligenza sopra la giacca , persino come indumento complice che ti permette di “occupare” le mani carezzandola , lisciandola o buttandola a giro collo se il clima cambia all’improvviso .
Molti uomini affermano di portarla come una volta si usava, immancabile, la cravatta (oggi in varie occasioni snobbata) : la sciarpa completa un vestito, è oggetto esclusivamente “da strada” perchè si usa solo all’aperto, è decorativa perchè può essere abbinata nei colori, nei motivi, nel mood al tipo di abito che si indossa, completandolo. Soprattutto è over-stagione: si porta d’inverno, d’estate, in autunno, in primavera.
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Il Gazzettino