Parigi Dior - Io non la definirei ipnosi quell’atmosfera che Maria Grazia Chiuri ha voluto per la collezione d’alta moda femminile Dior destinata alle prossima...
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Ne sono usciti abiti lievi ma austeri, assolutamente carismatici, pagine di ricerca nel mondo dell’arte e della letteratura che la stilista ritiene oggi imprescindibile per creare moda: “la moda deve accompagnare il nostro percorso intellettuale” – è lo slogan di Maria Grazia Chiuri, l’ “italiana” che ha portato nella Maison più prestigiosa di Francia il suo dinamismo, la sua personalità fortissima, il suo credo nell’arte e nella contemporaneità.
Ispirazione tra le più visibili il famoso abito-gabbia che Dior creò nel lontano 1947 e che nella collezione proposta ora a Parigi suggerisce un genere di couture–corsetteria assolutamente inedito, o la tavolozza bianca e nera che richiama momenti alla Dalì come per l’abito scacchiera o per gli abbinamenti arditi ma sempre consegnati all’etichetta di un’eleganza globale, dall’acconciatura all’accessorio.
Pubblico da grandi prime al Museo Rodin per questa sfilata alla quale è stata invitata ancora una volta la Bebe Vio, la schermitrice paralimpica dal successo internazionale . L’atleta veneziana ormai si può considerare una mascotte per la Maison Dior che lo scorso anno Dior la fece anche sfilare in passerella : non si contano più i premi, i consensi, le vittorie ottenute dalla Vio con la tenacia e una costanza da cattedra. Invitata, apprezzata, anche per la sua attività che si estende a vari campi tra cui quello televisivo che oggi ha in Bebe Vio una conduttrice bravissima e applaudita. E Maria Grazia Chiuri è amica di chi si batte per vincere come è accaduto alla coraggiosa “combattente”.
Visiblmente felice, al Museo Rodin di Parigi, seduta in prima fila - accanto Naomi a Monica Bellucci, Vittoria Puccini, Chiara Ferragni - Bebe ha concesso mille interviste sfoggiando una mise Dior bellissima: abito corto a frange e cappellaccio a falde larghe.
Elsa Schiaparelli - Nella prima giornata parigina di alta moda per la primavera-estate 2018, anche una bellissima collezione Schiaparelli: tute di chiffon piumate, scarabei che minacciano fortuna (la famosa stilista li usava senza economia perché credeva nel loro potere port-bonheur), tessuti-mosaico composti da tessere di pelle pregiatissima, dal pitone alle squame di rettile disintegrate, Un viaggi o nel mondo che popolava i sogni dell’indomita Schiap firmato da Guyon Bertrand, direttore artistico della Maison.
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Il Gazzettino