Con la morte di Franca Sozzani la moda volta pagina

Con la morte di Franca Sozzani la moda volta pagina
“…davanti a lui tremava tutta Roma”:  è la sintesi feroce  di una vita con cui la Tosca  pucciniana chiude la trucida avventura davanti a...

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“…davanti a lui tremava tutta Roma”:  è la sintesi feroce  di una vita con cui la Tosca  pucciniana chiude la trucida avventura davanti a ciò che resta del potente Scarpia.  Non so perché alla notizia della morte di Franca Sozzani  mi si è affacciata  questa immagine  alla Sardou,  rapidissima e priva di contorni reali.  Franca Sozzani come Scarpia?  Direi proprio di no anche se per molti la sua figura veniva identificata con quella di una donna durissima, forte, terribile, temibile, fredda, intelligente, poco incline ai sentimenti  …e chi più ne ha più ne metta non si sa se come biglietto da visita sincero o come aureola negativa per celebrare maggior potere o per intimidire chi volesse osare un contatto, una richiesta di appoggio nel difficilissimo mondo della moda nel quale lei, la bionda direttrice di Vogue Italia si muoveva con modi sempre discreti, un  àplomb  personale che si avvaleva di alcuni riferimenti imprescindibili. Come poteva essere davvero così’ temibile una donna piccolina, minuta, dai lineamenti che sembravano attestati da sempre, trent’anni fa come ieri,  su un aspetto da cinquantacinquenne  e i capelli biondi da Fata buona?

Franca Sozzani  è  morta protetta  da quell’alone di silenzio che ha sempre mascherato la sua  vita privata:  tranne pochi intimi nessuno conosceva la gravità della sua malattia . La presenza di Franca   veniva enfatizzata o nascosta, annunciata o negata dal cerchio magico che la “proteggeva”:  persone  forse affezionate, certamente interessate a mitizzarla, a proporla come una chiave  che poteva aprirti  la strada più impervia o negartela  per sempre :  la chiave del potere.   “Se non ti approva la Sozzani puoi chiudere con i  sogni ”:  riferivano tanti giovani  stilisti in cerca di spazio nell’area creativa e sempre cercavo di capire da dove venisse  alla temuta direttrice di Vogue , quasi una Spectre  all’ italiana,  questa  certezza, se non da quel cerchio magico  , se non voluto peraltro  ben accettato  da  lei stessa che ne coglieva il filtro del potere  Un cerchio magico che obbediva a ordini  - forse solo immaginati – di  scartare, selezionare, rifiutare, esagerare  con quei   “no, tu no”  che nella moda costituiscono  lista di merito per molti  “clochard” della comunicazione.  Di lei ho il ricordo di una  giornalista preparata, persona  sicura ,  impositiva, “regina di eleganza”  per ruolo professionale   ma non – almeno a mio avviso -  per le sue scelte estetiche personali :  mises  artificiose, inadatte alla sua gracilità, così come  a mio avviso, non poteva considerarsi  elegante per una quasi settantenne qual era la Sozzani ,  l’acconciatura alla “Berenice”:   capelli  biondissimi , mossi  da minuscole ondine,   lunghi  fino a  danzare  sensualmente sulle anche   ad ogni passo. Mi sarebbero apparsi più chic  raccolti:  ma l’eleganza è quanto di più soggettivo si possa immaginare.

Certamente un’icona. Resta comunque  l’attestato di  un vita spesa  per esaltare mediaticamente  la moda  più  sofisticata . Con  la scomparsa di Franca Sozzani il mondo della moda volta pagina.  Siamo a pochi giorni dalla  prime  sfilate  maschili:  Impossibile  ogni  previsione.
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Il Gazzettino