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E’ di questi giorni l’annuncio di Silvi a Venturini Fendi, presidente di AltaRoma, che comunica lo spostamento di date per l’edizione della rassegna romana - previste per il mese di gennaio 2021 - fissate invece definitivamente oggi per il mese di febbraio 2021, dal 17 al 20.
Con l’occasione AltaRoma ha rinnovato l’intenzione di non farsi travolgere dall’ondata di panico che sembra essersi abbattuta anche sulla moda consentendo al Covid di imporre decisioni o consensi destabilizzanti ma inevitabili. La rassegna romana di moda e di modi della moda, come si è caratterizzata in queste ultime stagioni, su impegno della sua presidente Venturini Fendi resta viva e per il prossimo febbraio avremo modo di conoscere progetto e organizzazione.
E’ un fatto che la buona volontà negli organizzatori di eventi della moda c’è e produce una serie di possibilismi utili a non perdere la fiducia. Ma per chi deve organizzare e mettere in pratica una produzione o una serie di eventi impegnativi resta l’interrogativo che sta tormentando l’intero comparto .
Che la moda stia registrando un cambiamento epocale è un fatto, forse non ancora del tutto recepito dai guru dello stile abituati a condurre il gioco con la teoria del boomerang che alla fine portava sempre al risultato immaginato dallo stilista di turno. Le cose sono cambiate e soprattutto sta imponendosi una sorta di annullamento di alcuni principi che sembravano il nuovo vangelo della moda.
Elucubrazioni, teorie estreme inneggianti alla negazione di sistemi ritenuti obsoleti, predicate da soloni e maghi della moda promossi nuovi filosofi (stiamo parlando forse di Alessandro Michele di Gucci?) , con l’ondata di paura, di disorientamento, con l’obbligo di distanze e annullamento di incontri ridotti a mere proiezioni su schermo stanno assumendo l’ombra di un vintage sociale destinato a cambiare completamente gli obbiettivi.
Le collezioni che le Maison continuano a produrre mostrandole in web - e per fortuna vendendo in modo se non ottimale almeno confortante - raccontano percorsi di stile interessanti ma sempre contenuti rispetto a “colpi d’arte” del passato. C’è attenzione ritrovata per la qualità dei tessuti che viene pretesa come conditio sine qua non anche per capi destinati all’uso quotidiano e non solo per abiti di grande impegno. Ovviamente non serve - se non per soddisfare l’occhio abituato a Sua Maestà l’Eleganza - presentare abiti destinati alle grandi feste, agli eventi clamorosi, a tappeti rossi in questo o quell’indirizzo del mondo: vengono richiesti abiti anche divertenti, interessanti come proposta creativa sartoriale, in tessuti e colori che accompagnino agevolmente le giornate preoccupate e più monotone di un tempo per ognuno di noi.
Torna la voglia del sarto , dell’abito commissionato con un intervento estetico in prima persona, e di conseguenza viene meno l’onor di firma che ha tenuto in piedi, esaltandolo sempre più , il mercato delle griffes. Torna l’antica voglia di ritenersi stilisti del proprio guardaroba? Torna la decisone di abbinare colori secondo il proprio estro? Lo conferma la decisione di un “sarto” per eccellenza, Carlo Pignatelli, che - con il patrocinio di Confartigianato - ha dato vita alla campagna FATTOINITALIA destinata a diffondere l’abilità dei sarti e in generale dei nostri artigiani. La moda comunque continua il suo mandato di supporto alla necessità di continuare a prendersi cura di sé, non confinare la bellezza e i bei modi di vestire in angoli dai quali poi è difficile uscire: incurante di esortazioni malinconiche, la Maison Chanel ha presentato ieri, giovedì 3 dicembre, a Chenonceau, nella Maison des Dames, una sfilata piena dell’innegabile spirito d’avventura stilistico di questa griffe ma anche di una vena di saggezza ritrovata.
E la barca...va...
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