Auto, il mercato europeo non riparte. Italia bene, ma gli incentivi che hanno aiutato sono già finiti

Vetture in stock nell'attesa di essere vendute
L’Acea, l’associazione dei costruttori di auto europei, ha diffuso gli ultimi dati di vendita che, come avviene sempre nel periodo estivo, comprendono...

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L’Acea, l’associazione dei costruttori di auto europei, ha diffuso gli ultimi dati di vendita che, come avviene sempre nel periodo estivo, comprendono contemporaneamente i mesi di luglio e agosto. La pandemia non è certo alle spalle, le vendite faticano ancora molto e si sommano alle perdite consistenti registrate nel periodo del lockdown. In pratica, non c’è alcun segnale e anche poche speranze di recuperare le unità perse che nei primi otto mesi dell’anno sono qualcosa come 3,5 milioni di vetture, da 10.831.855 unità a 7.267.621, il 32,9% . L’Italia rialza la testa e la performance dell’ultimo mese, più o meno in pareggio (-0,49%), è una delle migliori del continente, specialmente fra i cinque grandi mercati.


Il risultato agostano incide sul cumulato con il Belpaese che si posiziona nel mezzo: Spagna (-40,6%), Regno Unito (-39,7%), Italia (-38,9%), Francia (-32%) e Germania (-28,8%). Negli ultimi due mesi fra i “big five” solo la Gran Bretagna ha registrato un segno positivo venendo da una situazione particolarmente difficile dovuta anche alla Brexit. Il trend nella Penisola è dovuto soprattutto dalla spinta degli incentivi garantiti prima dal “decreto Rilancio” e poi da quello “Agosto”. Probabilmente, però, ha avuto la sua influenza fisiologica anche il fatto che il nostro è uno dei parchi circolanti più corposi (50 milioni di veicoli) ed anziani.

I bonus, infatti, ci sono anche in altri paesi (Francia e Spagna), mentre in Germania vengono premiati solo i veicoli altamente elettrificati (elettrici o plug-in) che hanno raggiunto livelli record per un mercato che è il più grande d’Europa. Nella Penisola, invece, questi mezzi, anche se in grande crescita, hanno ancora volumi relativamente contenuti per le difficoltà di trovare punti di ricarica. Per questo le associazione del settore (soprattutto l’Unrae) sono preoccupate perché si è già esaurita (dopo poche settimane) la cifra riservata alle auto con emissioni di CO2 da 91 a 110 g/km (fondamentalmente le “termiche”) che alimentavano la ripresa.


Fra i paesi quello che ha perso di meno quest’anno è la Norvegia (-19,8%) che vede la percentuale dei veicoli a batteria più elevata di tutti. Nell’ultimo bimestre in Germania le elettriche pure sfiorano il 6%, mentre le ibride sono quasi un quinto del totale. Fra i grandi costruttori quello che ha perso di meno negli otto mesi è la Toyota (-21,9%) che ha la gamma quasi totalmente a recupero di energia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino