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Mascherine e guanti monouso hanno un ruolo salvavita fondamentale nel fronteggiare la pandemia da Covid-19. Ma il loro smaltimento, se non effettuato nel rispetto del buon senso ecologico, può avere serie conseguenze sulla salute del nostro pianeta e più nello specifico per quella degli animali che lo abitano. L’allarme era arrivato già a fine febbraio quando Gary Stokes, cofondatore di OceansAsia, ripulendo le spiagge delle isole Soko, al largo di Hong Kong, si era imbattuto in un nuovo rifiuto: le mascherine. I dispositivi di protezione utilizzati hanno disseminato le strade dall'inizio della pandemia, e sin da subito sono molti gli episodi e le immagini di animali rimasti vittime della noncuranza umana. Tra i primi casi che hanno iniziato a risvegliare una consapevolezza sulla questione, quello del pettirosso nella Columbia Britannica che rimase impigliato in una mascherina nell'aprile 2020.
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A fare luce sulla questione arriva uno studio in Biologia animale degli olandesi Auke-Florian Hiemstra e Liselotte Rambonnet. I ricercatori si sono proposti di vedere come gli animali fossero stati influenzati dall'aumento dell'uso dei dispositivi di protezione individuale disseminati e dove ne venissero in contatto.
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I ricercatori suggeriscono dunque alle persone di optare per opzioni riutilizzabili invece di mascherine e guanti monouso. Mentre sui social continuano a spopolare foto di mascherine e guanti abbandonati per strada, spesso fuori dai supermercati. L’emergenza dei dispositivi monouso viene rilanciata in Italia da lavialibera, il sito informazione della rivista di Libera e Gruppo Abele in una inchiesta pubblicata su lavialibera.it. Sul tema è intervenuto anche il Wwf che in un comunicato ha ricordato come i dispositivi di protezione individuale «dopo essere stati utilizzati diventano rifiuti, devono essere smaltiti correttamente per evitare che invadano le nostre strade, i nostri marciapiede e i nostri parchi».
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