Faccia a faccia pubblico coi progettisti
chiesto dall'Ordine degli architetti
Ponte, altri input e proposte tecniche

Sabato 21 Novembre 2015
Tecnici in sopralluogo al Ponte e Marisa Fantin presidente dell'Ordine degli architetti
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BASSANO - (Cs) Ingegneri e architetti ora, dopo alcuni mesi di dibattito cittadino, si mobilitano. Obiettivo il restauro del Ponte Vecchio. L'ordine pronvinciale degli architetti ha chiesto un pubblico dibattito con i progettisti: "Abbiamo chiesto all'amministrazione comunale un incontro aperto a tutti ma soprattutto dedicato ad architetti e ingegneri - spiega la presidente dell'Ordine, l'architetto vicentina Marisa Fantin - per ascoltare in modo tecnico i progettisti, i docenti Modena e Carbonara. Sappiamo che si discute, anche con occasioni pubbliche, da tempo, ma pensiamo che ci debba essere un confronto più specificamente tecnico. Ci è dispiaciuto che non ci sia stato un contatto con gli architetti, visto che il Ponte ha anche la firma di Palladio che è il più famoso architetto della storia.

Nello stesso tempo desideriamo conoscere nel profondo la progettazione per poter capire ed esprimere un parere, nel più pieno spirito di collaborazione".

Il "faccia a faccia" doveva essere giovedì 12 novembre, ma si sta cercando un'altra data perché i due progettisti non erano disponibili. Ma non è un po' tardi per informarsi visto che il progetto sta già andando avanti da mesi? "Sicuramente i tempi sono stretti e il progetto è in iter avanzato. Non escludiamo però che consultando i tecnici e illustrando loro in modo specifico i progetti possano emergere proposte innovative e utili. I tempi dei lavori - conclude l'architetto Fantin - saranno di anni e sappiamo che potranno esserci delle modifiche o dei miglioramenti in itinere. Stiamo anche pensando di organizzare poi un seminario nazionale sul restauro, proprio con al centro il caso del Ponte Vecchio che è emblematico".

Su eventuali ripensamenti in corso d'opera probabilmente conta anche chi già ha chiarito di non condividere le modalità di restauro annunciate. Gli architeti Pino Massarotto e Fabio Sbordone, il geometra Fabio Pilati, l'ingnegner Alessandro Guarnieri, schierati sul fronte del "no" al progetto Modena, hanno messo a punto altre idee per il Ponte.

L'ultimo sopralluogo e il plastico

con gli interventi proposti da Massarotto & C.

"Noi siamo profondamente contrari al progetto elaborato dal Modena, a prescindere da qualsiasi considerazione tecnica, perché, introducendo una trave reticolare a livello d’impalcato rendendolo così il principale elemento resistente del ponte, lascia alle stilate una funzione quasi solamente formale - spiega Massarotto ripercorrendo la polemica sulla sparizione della massicciata sostituita da una gigantesca struttura reticolare metallica sotto il piano di calpestio -, con un'operazione che stravolge la concezione originale palladiana, vero valore da rispettare e conservare. A questa impostazione ha contribuito anche il metodo d’intervento proposto dal professor Carbonara: condivisibile il suo pensiero riferito a un monumento storico “statico” dove si deve conservare il più possibile, ma non ad una struttura che “lavora” sottoposta a grandi forze dinamiche e quindi a grande usura. Le sue parti, quando per l’età o per altri fattori non assolvono più ai loro compiti, vanno cambiate: la sostituzione di parti ammalorate o marcite è semplice manutenzione. Carbonara nella sua lunga esperienza probabilmente non si è mai imbattuto in un antico ponte di legno su di un fiume veloce, ed ha sbagliato l’approccio e probabilmente ha condizionato anche la Soprintendenza".

In sostanza, dice l'architetto, l’immagine e il modello strutturale sono i veri valori da rispettare e salvaguardare, il materiale con cui è costruito invece no: "Le stilate hanno subito innumerevoli interventi, restauri e sostituzioni e della costruzione originale del 1820 restano solo le travi di fondazione e le colonne delle due stilate est, quelle che hanno ceduto. Le quattro stilate per essere restaurate o sostituite comportano il prosciugamento dell’alveo, quindi, dati i grandi costi e disagi dell’operazione, vanno rifatte integralmente, a prescindere dal maggiore o minore degrado in cui si trovano, con legno nuovo della stessa specie per non trovarci fra dieci, venti o cinquant’anni nella stessa situazione. L’impalcato e la copertura possono invece essere trattati con interventi differenziati anche diluiti nel tempo. Il ponte, con tutte le stilate rifatte con l’aggiunta di opportuni accorgimenti e ancoraggi, è in grado di resistere almeno altri cento e più anni senza complessi, costosi ed invasivi exploit strutturali".

I quattro tecnici suggeriscono poi degli accorgimenti, evidenziati in un plastico che ricostruisce i particolari e che verrà esposto al pubblico. "L’utilizzo di materiali attuali come il calcestruzzo o l’acciaio inox è ammissibile purchè non modifichi l’immagine e l’originale concezione strutturale. I pali di cemento armato rivestiti in acciaio posti in opera nel 1992, in sostituzione dei pali lignei di sostegno dei cavazzali di soglia del Casarotto, costituiscono ancora un appoggio sicuro per la nuova stilata. La trave di soglia e i cavazzali che la sostengono possono essere in legno o anche, se si vuole una maggior garanzia di durabilità, in acciaio inox, compatibile con l’immagine e il modello strutturale". Quanto ai rostri che affondano nelle acque del fiume, "si sono dimostrati in occasione delle grandi piene la parte più fragile della stilata, hanno subito i danni maggiori e messo in pericolo l’intera struttura: vanno quindi rinforzati". L'idea è di infilare i pali lignei che li compongono in pali trivellati, incamiciati in acciaio, parzialmente riempiti di calcestruzzo, e collegati allo spartiacque e fra loro con distanziatori in modo da formare un unico telaio resistente". Infine ai pali “Benoto” costruiti nel 1967 a monte delle stilate per raddrizzare il ponte incurvato dalla grande Brentana di allora, "si aggiungono altri pali simili, di diametro inferiore, ma a valle, con la duplice funzione di sostegno al puntone del rostro di valle che deve resistere alla spinta del fiume e di ancoraggio dei tiranti in acciaio". I quali, uno per parte e collegati fra loro, andrebbero posti lungo il perimetro del trapezio, sotto le filagne o sotto il livello di magra e quindi non visibili, e ancorati ai due pali “Benoto” posti a monte e a valle. Inoltre vanno collegati, conclude Massarotto, con due montanti in acciaio a ridosso delle due colonne laterali, così da costituire un sistema chiuso che irrigidisce la stilata e “aiuta” la struttura in caso di grandi piene o terremoti.

Insomma idee tecniche per corroborare il dibattito. "I tempi vanno avanti, si parlava di gara d'appalto in novembre ma se va bene sarà in gennaio - sostiene il professionista - poi ci vorrà almeno un mese e mezzo per mettere in asciutta il fiume... Se tutto va bene i lavori alla stilata sarano a inizio 2017. Noi siamo contrari all'intervento che si propone perchè ingesserà il ponte con una sretta passerella a un paio di metri d'altezza negando la fruizione a cittadini e turisti. Il Ponte è una piazza della città e così rischiamo di perderlo per quattro anni!".

Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 14:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA