Migliaia con il vescovo per l'addio a don Luigi: suo ultimo dono, le cornee

Sabato 3 Dicembre 2016 di Claudio Strati
Don Luigi Scalzotto: la sua bara è stata portata a spalla dagli amici sacerdoti

CASSOLA - Sono arrivati da ogni angolo della provincia e non solo. Da Vicenza, dal Basso Vicentino, da Magrè, da Castegnero, ovviamente da Bassano, insieme a tutta San Giuseppe. Nella mattina dell'addio a don Luigi Scalzotto, una pur vasta chiesa parrocchiale di San Giuseppe non è bastata a contenerli tutti, anche se era stipata e riempita di gente in piedi lungo le corsie e tra i banchi. Migliaia di persone a seguirlo nell'ultimo viaggio in chiesa e dal sagrato. Solo sull'altare un centinaio tra religiosi, sacerdoti e prelati, insieme al vescovo Beniamino Pizziol, e la corale. E, soprattutto nella mezz'ora prima della cerimonia funebre, officiata dal vescovo, gli amici di una vita hanno disegnato il film del suo percorso pastorale, oltre cinquant'anni che hanno lasciato più di un segno. Decisamente una persona e un sacerdote fuori del comune, nel panorama della chiesa vicentina, per le capacità pastorali e il ruolo svolto, a giudicare dalle amicizie che ha mosso e dal dispiego di partecipazione dei suoi "colleghi" preti.
 

 

E così gli amici di Vicenza hanno ricordato "Gigi", l'insegnamento al Lampertico e poi gli anni irripetibili di via Vigolo, in quartiere Gogna, quelli della pastorale del lavoro e dei preti cosiddetti "operai" che portavano la parola cristiana nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro: «Erano gli anni della contestazione, ma alle sue messe e ai suoi incontri i giovani non mancavano mai». Lì a Vicenza il giovane don Luigi, ordinato prete nel '65 e a inizio anni '70 in Francia per un lungo periodo di formazione pradosiana, ovvero nella capacità di essere vicino ai poveri e agli ultimi, lasciò un segno insieme a don Carlo Gastaldello che, guarda caso, volle venire ad aiutare a San Giuseppe, dodici anni fa, quando la malattia stava consumando l'amico: e dopo la sua morte decise di restare a fare il parroco nella grossa comunità cassolese/bassanese, a proseguire il lavoro gravoso avviata dal sacerdote insieme al quale aveva fatto una strada importante.

Poi hanno parlato i parrocchiani della Ss. Trinità di Bassano, dove fece il pastore per quindici anni, e ovviamente quelli di San Giuseppe a nome dei quali ha parlato anche don Stefano Caichiolo, arrivato con don Adriano e don Vittorio appena due mesi fa a succedergli nella nova unità pastorale di San Giuseppe e San Zeno. Lo hanno ricordato con le parole di Lucio Dalla: per essere eccezionali bisogna essere normali, semplici come lui era. E' stato unanime il ricordo dell'umiltà, ma anche della determinazione, di un prete che, nella società in cui tutti parlano a iosa, sapeva soprattutto ascoltare senza fare distinzione tra fedeli cristiani e persone poco o nulla praticanti, o agnostiche. Il sindaco di Cassola Aldo Maroso ha raccontato che lo ha considerato sua guida spirituale all'inizio del suo mandato, per i consigli e leletture che gli diede. Fu prete nel '65, ha ricordato il vescovo Pizziol, poi cappellano a Magrè, quindi parroco a Castegnero, a Bassano, a San Giuseppe: «Prete mite e umile, dalla parte degli ultimi, che ha sempre saputo donare» lo ha definito il prelato. Il rappresentante dell'Aido, Augusto Gnesotto, ha ricordato che don Luigi era un iscritto all'associazione e ha donato le cornee. I suoi amici sacerdoti, anche avanti con l'età, hanno voluto trasportare a spalla la sua bara fino all''auto funebre, tra gli applausi. Molti parrocchiani hanno poi voluto passare ad accarezzare la cassa prima della partenza.
Don Luigi riposerà ad Orgiano.

Ultimo aggiornamento: 14:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA