Galvan: «Tutto si chiarirà presto»
Zovico: «Bordignon e Rosa in regola»

Giovedì 3 Dicembre 2015 di Luca Pozza
Da sin. Matteo Galvan, Laura Bordignon, Christian Zovico
VICENZA - «Sono assolutamente tranquillo in quanto alla fine tutto verrà chiarito. Io continuerò ad allenarmi con convinzione puntando a qualificarmi per le Olimpiadi di Rio 2016». E' fiducioso il vicentino Matteo Galvan, 27 anni, di Bolzano Vicentino, punto di forza azzurro del giro di pista e della staffetta 4x400: anche per lui è scattata la richiesta di squalifica dalla procura antidoping per la faccenda dei "whereabouts" non ottemperati, ovvero le mancate o ritardate comunicazioni per la reperibilità da comunicare agli organi che organizzano le visite a sorpresa.

«Non nascondo di essere amareggiato per la vicenda - riprende Galvan, bronzo nei 200 ai Mondiali allievi 2005 e nel 2009 campione europeo indoor assoluto in staffetta - anche se mi rendo conto che la Procura antidoping ha fatto il suo dovere. Devo dire che la "botta peggiore" è avvenuta quando è nato il caso, poco più di un anno fa. Ho parlato con il mio legale (l'avvocato Giovanni Fontana di Roma, ndr), anche lui mi ha rassicurato che risponderemo punto per punto a quello che ci viene imputato. E credo che così avverrà anche per tutti gli altri».

Viene da chiedersi come atleti professionisti, appartenenti a corpi militari, si siano comportati almeno con leggerezza. «In realtà - riprende lo sprinter vicentino, che corre per le Fiamme Gialle, nel 2011 trasferitosi in Florida per allenarsi sotto la guida del tecnico Usa Loren Seagrave, esperienza che ha interrotto nel 2013, quando ha spostato il suo quartier generale a Rieti - nessuno ci ha mai detto come ci si doveva comportare. Il fatto è che nessuno è stato trovato positivo, ma è solo un problema di comunicazione. Io non mi sono mai nascosto, ho sempre riferito dove mi trovavo e cosa facevo, pronto a qualsiasi controllo. Questa verità mi lascia tranquillo, io ai Giochi di Rio voglio esserci. E ci andrò». Di recente Galvan ha spiegato di considerare il 2016 l'anno più importante della sua carriera.

Intanto a Vicenza è maturata, ma in senso positivo, un'altra posizione, quella della discobola dell'area bassanese Laura Bordigon (pluricampionessa italiana, Fiamme Azzurre) sulla cui posizione è stata chiesta dal procuratore l'archiviazione completa. L’avvocato Christian Zovico, presidente di Atletica Vicentina, il club che a livello giovanile ha ottenuto i migliori risultati a livello nazionale negli ultimi anni, ha difeso con successo sia lei, sia la pesista padovana Chiara Rosa capofila italiana del peso, che facevano parte del primo gruppo dei 65 atleti coinvolti nello scandalo: alla fine invece le loro posizioni sono state chiarite e archiviate da parte della Procura.

«La vicenda è abbastanza complicata - spiega l'avvocato Zovico - tuttavia nel caso di Laura Bordignon e Chiara Rosa abbiamo fatto presente che avevano sempre adempiuto agli obblighi informativi incombenti sugli atleti sottoposti ai controlli. Il fatto strano è che la Rosa aveva sette "contestazioni" e la Bordignon sei, noi invece abbiamo dimostrato che le atlete ogni volta avevano comunicato per tempo i loro spostamenti e non potevano essere considerate irrintracciabili. Il fatto è che la Fidal, quella della Giunta precedente, inviava mail a tutti gli atleti, anche a quelli a posto, mentre nella loro inchiesta i carabinieri hanno probabilmente ritenuto che quelle fossero singole convocazioni».

Doveroso chiedere a Zovico cosa potrà succedere ora. «Lo scenario cambia - conclude - anche da un punto di vista giuridico. Tuttavia gli atleti, con i loro avvocati, conoscono le imputazioni e potranno dimostrare di aver effettuato le comunicazioni corredate di luogo e orario in cui erano reperibili. Prevedo tempi brevi, già nei primi mesi del 2016».
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