Micaela Ramazzotti: «A scuola venivo derisa perché facevo i fotoromanzi, ora mi sono liberata dal senso di inadeguatezza»

L’attrice presenta “Felicità”, primo lavoro dietro la macchina da presa. Oltre a lei, nel cast Sergio Rubini, Max Tortora e Anna Galiena

Sabato 2 Settembre 2023 di Gloria Satta
Micaela Ramazzotti: «A scuola venivo derisa perché facevo i fotoromanzi, ora mi sono liberata dal senso di inadeguatezza»

Tanti applausi in sala, a Orizzonti Extra. E una domanda che corre per il Lido: ma Felicità, il film di esordio nella regia di Micaela Ramazzotti, non poteva degnamente figurare in concorso nella sezione principale della Mostra? «Io sono felice così», risponde con semplicità l’attrice romana che a 44 anni, alle spalle una splendida carriera davanti alla cinepresa, si è buttata anima e corpo nella nuova avventura. E ha fatto centro. Felicità, nelle sale il 21 settembre, da lei diretto e interpretato insieme con un poker di attori in stato di grazia (Anna Galiena, Max Tortora, Sergio Rubini, Matteo Olivetti), è un dramma coinvolgente che parla di famiglie disfunzionali, disagio mentale, fragilità, abusi, conflitti culturali. Ed è ambientato tra i palazzoni-dormitorio di Fiumicino e la Piazza Vittorio degli intellettuali. Micaela, parrucchiera nel cinema che non sa difendersi dalle molestie, cerca di salvare il fratello fragile dai genitori-mostri, ignoranti e manipolatori. E sé stessa dal compagno radical-chic che la desidera sessualmente ma la disprezza. Taglio geometrico, occhi vivissimi che tradiscono le emozioni, l’attrice porta a Venezia quest’ultima sfida. E la sua nuova vita sia di donna (separata da Paolo Virzì, è stata paparazzata con il nuovo amore, un personal trainer romano), sia di regista.

Perché ha deciso di passare dietro la cinepresa?
«Per raccontare questa storia che mi ossessionava da anni. Il film parla dell’emancipazione di due fratelli da una famiglia tossica. La madre ha un amore morboso per il maschio, il padre mitomane sfrutta il lavoro della figlia per una carriera miserabile. Ma, come spesso accade, le vittime difendono i carnefici».

E lei ha dovuto emanciparsi da qualcosa?
«Si, ma è successo tardi. Solo di recente mi sono liberata dal senso di inadeguatezza che mi ha perseguitata per tutta la giovinezza. A cominciare dai tempi della scuola, quando venivo derisa perché facevo i fotoromanzi».

Dirigere il film l’ha aiutata a superare i complessi?
«Certo. È stata un’esperienza terapeutica che mi ha liberata. Nel lavoro mi sono sempre sentita un leone, ma nella vita ho spesso temuto di non essere all’altezza degli altri. Oggi non ho più paura di dire la mia. Dirigere una troupe mi ha permesso di tirar fuori tutta l’energia che tenevo repressa».

Ha incontrato delle diffidenze nel proporsi come regista?
«No, perché prima ho sceneggiato il film con le mie amiche Isabella Cecchi e Alessandra Guidi, poi l’ho sottoposto agli attori che hanno aderito di slancio. Solo allora mi sono rivolta ai produttori Lotus e RaiCinema che mi hanno soltanto chiesto se fossi sicura di voler anche recitare. Ho avuto la faccia tosta di voler diventare regista dopo aver interpretato tanti film indimenticabili diretti dai maestri. E ho voluto mettere la faccia sullo schermo».

Perché il suo personaggio rivela di aver subito degli abusi da bambina?
«Ne parla solo dopo anni, dopo che quella tragedia ha condizionato la sua vita come una palla al piede, impedendole da adulta di reagire alle molestie di cui è vittima sul set. È un tema di grande attualità».

Interpreta ancora una volta una donna vessata dalla vita...
«In questo film ho portato tutte le donne fragili, infelici, storte” che ho fatto finora. Ma la protagonista di Felicità, aiutando il fratello, conquista l’autostima».

Farà una nuova regia?
«Lo deciderà il pubblico. Intanto ho molti impegni come attrice, ma continuo a scrivere idee».

Al di là del titolo amaramente ironico del film, lei è felice oggi?
«Per raggiungere l’appagamento serve un impegno costante. E sì, in questo momento sono molto felice».

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 11:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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