Padova. «L'alpino ha un fucile». E la giunta non vuole più la statua alle penne nere

Mercoledì 17 Aprile 2024, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 10:27


LA SCELTA


Per comprendere la storia bisogna tornare indietro di almeno quattro anni, quando gli alpini padovani chiedono al sindaco la realizzazione di un monumento. Giordani acconsente, prende l'impegno e incarica l'ufficio di gabinetto di seguire l'iter. Il Comune commissiona la statua fornendo già il disegno con tutti i dettagli non ad un artista qualunque, ma ad uno scultore padovano di livello assoluto. Ettore Greco espone a Parigi, New York e Chicago collaborando pure con Pierre Cardin, giusto per rendere l'idea.
Greco si chiude prima nel suo laboratorio e poi in una fonderia, intanto fuori il mondo viene stravolto da nuovi venti di guerra. Prima Russia-Ucraina e poi Israele-Palestina, che portano il Comune di Padova a organizzare decine di iniziative per la pace.
Passano i mesi, Greco continua a lavorare e l'amministrazione individua l'area giusta per la statua: il nuovo parco Tito Livio, tra la stazione ferroviaria e la Cappella degli Scrovegni. A farsi promotore è il consigliere comunale Nereo Tiso, alpino del Pd.

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